23 maggio 2016

“Sono diventata alcolista dopo Gerhard Richter”. Isa Genzken si rivela a cuore aperto al Tagesspiegel, e il gossip è servito

 

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Avrà fatto bene o no, fatto sta che Isa Genzken – 67 anni, Padiglione Tedesco alla Biennale di Venezia 2007, mostre in tutto il mondo, dal MoMA di New York al Museum of Contemporary Art di Chicago, passando per  lo Skulpture Projecte di Muenster, Museion Bolzano e ora alla Martin Gropius Bau di Berlino – ha vuotato il sacco al quotidiano tedesco Der Tagesspiegel.
E ha portato una bella ventata di gossip sulla sua luminosa carriera, che va avanti da oltre trent’anni, rabbuiata però da un divorzio difficile e da un periodo nero, passato in compagnia dell’alcool. Il marito, come ben sappiamo, era Gerhard Richter – suo professore all’Accademia di Düsseldorf, dove l’artista tedesca studiava pittura. 
Negli ultimi dieci anni la Genzken ha lottato con un disturbo bipolare ed è stato dentro e fuori dagli ospedali psichiatrici: un momento difficile di cui l’artista – solitamente schiva con i media – non fa mistero nell’intervista, spiegando che le cose sono cambiate soltanto quando un medico l’avvisò che non sarebbe mai uscita dal reparto se non avesse smesso di bere. E nonostante il disturbo bipolare Genzken è fuori dal tunnel, e forse in qualche modo questa “dichiarazione”, che qualcun altro definirebbe “sputtanamento”, è quel che si suol dire “la pietra sopra” ad anni e anni complicati.
Sposatisi nel 1982, la coppia Genzken-Richter ha divorziato nel 1993, e oggi sono entrambi tra gli artisti più importanti del mondo, ed entrambi hanno uno strano rapporto con il denaro: mentre Richter afferma che le sue opere sono vendute a prezzi esageratamente alti, Genzken spiega di non possedere nessuna carta di credito e di aver bisogno del proprio assistente per gestire importi importanti. Un po’ come quando dovette comprare i busti di Nefertiti usati per i suoi celebri assemblaggi: non voleva acquistarli, erano troppo costosi. Oggi, queste statue con occhiali da sole in plastica e bigiotteria, sono tra i pezzi più rappresentativi dell’artista. 
I colleghi? «Jeff Koons appartiene alla mia generazione, fa arte molto peggiore della mia, ma costa molto di più. Ingiusto», dice senza peli sulla lingua al giornale. Il posto del cuore? New York: «Non ho mai sofferto di depressione quando ho vissuto lì». La vita, stavolta, sembra ricominciare a (quasi) 70 anni. 
Sopra: Isa Genzken Nofretete, (2014). Courtesy Galerie Buchholz, Köln / Berlin / New York, David Zwirner, New York / London e Hauser & Wirth © Isa Genzken, VG Bild – Kunst, Bonn 2016.

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