24 maggio 2016

Il board del De Appel segue l’uscita di Lorenzo Benedetti. Dopo le infinite proteste i vertici dell’istituzione olandese si dimettono in massa

 

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Tempi davvero bui per il De Appel di Amsterdam, che a seguito del licenziamento del direttore Lorenzo Benedetti lo scorso settembre, dopo solo un anno di incarico, vede ora le dimissioni di massa di tutto il board. 
“La decisione è stata presa in parte a causa degli sviluppi che circondano il licenziamento del direttore Benedetti”, si legge sul sito. 
E per forza! L’allontanamento del direttore ha generato un’ondata di petizioni che si è protratta per mesi e mesi, dove anche l’intero staff del dipartimento del programma di formazione curatoriale dell’istituzione, che comprende Charles Esche, Elena Filipovic e Beatrix Ruf, aveva chiesto le dimissioni del consiglio, e ha boicottato le attività in segno di protesta. In una lettera aperta, poi, un gruppo di direttori museali di mezzo mondo aveva scritto che l’istituzione era stata “portata nel baratro agli occhi della comunità artistica nazionale e internazionale” dalle stesse azioni del consiglio, e un gruppo di 76 artisti, tra cui Ahmet Öğüt, Falke Pisano, Lara Almarcegui, Laurent Grasso e Mark Manders aveva sottoscritto una petizione che invitava il consiglio a riconsiderare il licenziamento di Benedetti, citando le sue “straordinarie qualità”. I nomi di chi lascia? Eccoli: Alexandra van Huffelen, amministratore delegato della società dei trasporti di Amsterdam GVB, presidente del De Appel; Wouter Han, amministratore delegato della società di finanza Lazard Benelux, tesoriere all’istituzione; Suzanne Oxenaar, direttore artistico di Lloyd Hotel & Cultural Embassy, ​​Amsterdam; Benno Tempel, direttore del Gemeentemuseum de L’Aia e Hermine Voûte, avvocato e imprenditore di Loyens & Loeff, azienda con base ad Amsterdam. 

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