25 maggio 2016

Biennale, architettura e altro/ Fondazione Bevilacqua La Masa ospita lo IUAV. Per una grande cartolina da Venezia, senza nascondere critiche

 

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Oggi anteprima della 15esima Biennale d’Architettura, “Reporting from the front”, e ogni Biennale che si rispetti non prescinde dal suo contesto: Venezia. 
Che città è quella della laguna? Ha ancora senso parlare di una perla o si parla di un supermercato che – dalle prime ore delle tenebre alla tarda mattina si svuota restando inesorabilmente sola con il suo spettro? Che luogo è un posto dove vige la legge del labirinto, dell’alta e bassa marea che lambisce le abitazioni, che attrae ogni giorno oltre 50mila pendolari che poi l’abbandonano per la terra ferma? E ancora: cosa vedono i turisti che la visitano, dov’è rimasto il mito, dove è affondato il resto? Ci hanno pensato un gruppo di studenti della Laurea Magistrale dello IUAV, che sotto la curatela di Angela Vettese e Marco Bertozzi, e dei loro laboratori, mettono in scena (da ieri sera fino al 28 agosto) “Lost in Venice, disguidi veneziani”. 
Prendendo come guida gli “aforismi” veneziani di alcuni celebri personaggi, da Henry James a Tinto Brass, passando per “La città lagunare risulta un labirinto di calli, rii e fondamenta, in cui è facile perdersi e perdersi è forse il più bel piacere che a Venezia uno possa prendersi”, scritta da Diego Valeri, vengono a galla gli universi più disparati per una ricerca urbana fusa al sentimentale, alla denuncia, e anche alla volontà di cambiare lo status di città-albergo.
E allora, tra tanti altri, c’è Lorenzo Vallon, che confronta la vita di Venezia con una sua cittadina illustre, la diva del cinema muto Fernanda Regalia Fassy, che una volta rientrata in città ne perde tutta la fascinazione, colpita dall’afflusso di turisti; c’è Matteo Cassan, che da ieri a oggi ricostruisce la visione di una città perfetta per incontri omosessuali dapprima clandestini, oggi decisamente hookup grazie alle app per incontri. L’atmosfera, però, è la stessa così come il buio. Laura Griffa, Laura Maffizzoli e Lorenza Traccagnoli con Log Out raccontano, tramite la voce di un giovane dall’aldilà, il rapporto che le nuove tecnologie hanno modificato tra vivi e morti, con una Venezia quasi viscontiana a fare da sfondo, inframmezzata di sequenze pubblicitarie sul nuovo ruolo dell’eternità virtuale. E ancora, Riccardo Ballarani, che nella classica laguna ripercorre le tappe dei “Graffiti” in un vero e proprio censimento (sopra). Tutti per raccontare Venezia di oggi, suggerendo di uscire dalle rotte ordinarie dello sguardo, per disobbedire, per mostrare le ferite e le bellezze di una città straordinaria e schiava della propria immagine.

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