26 maggio 2016

Donald, hell & heaven

 
Mister Trump è nei guai, o forse no. L'accusa di una frode milionaria al fisco pende sulla sua testa, ma nel frattempo stravince di nuovo alle primarie nello stato di Washington. Fronte e retro di una medaglia logora, con il popolo che ammira tutte le facce del potere

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Perché Donald Trump vince alle primarie in mezzi Stati Uniti e forse un po’ di più? Sarà davvero perché l’uomo medio lo vota per poter dire alla moglie, nel caso dovesse vincere le presidenziali “Ecco, vedi? Io sono meglio”. Sì, certo, è una storiella ironica, ma nemmeno troppo. 
Il vecchio zio d’America con il capello biondo e la pelle arancione ha vinto di nuovo alle primarie nello stato di Washington (non uno a caso, visto che si tratta di uno dei più “avanzati” d’America, con Seattle a far da vedetta) e non con un margine di poco, ma con uno schiacciante 76 per cento. 
Ma per Mister Trump non sono tutte gioie, e mentre le proteste violente contro di lui fervono più a sud, nel New Mexico, il Telegraph inglese spiega di essere entrato in possesso di documenti che proverebbero una frode fiscale dovuta a un accordo immobiliare con la holding Bayroc Group, per la costruzione di un grattacielo a Soho, New York, e altri due progetti per i quali il candidato-miliardario aveva concesso l’uso del suo nome, mascherando la vendita con la parola “prestito”, il tutto per la modica cifra di 50 milioni di dollari.
E pare che la notizia, sia più che confermata: non solo dagli ex dipendenti di Bayroc, ma anche dal Telegraph che ha ottenuto le copie delle lettere che Trump firmò sia per la versione originale dell’accordo che per quella successivamente modificata come “prestito”, e come deontologia giornalistica impone, i suddetti sono stati inviati in copia all’ipotetico futuro presidente e ai suoi avvocati, per consentire il diritto di replica.
Insomma, sempre di più da un lato ci si chiede “Why Trump?”, mentre dall’altro la storia – per un cittadino italiano – è ben nota. Perché appoggiare un neofita della politica che non ha mai occupato una carica elettiva e che è la faccia più bieca degli Stati Uniti? Non saranno gli americani un popolo di grandi nostalgici di epoche di discriminazioni, proibizioni e “pupe del boss”? E non sarà che in fondo, come accadeva in Italia, di fronte alle vicende del Cavaliere, spesso si sentiva dire “Beato lui” et similia? Chissà che ne penserà l’agenzia del Fisco statunitense. E se qualche fuoco si spegnerà intorno alla figura del nuovo, vecchissimo, uomo. (MB)

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