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Salvate il De Appel! Salvatelo dallo stesso Consiglio per la Cultura olandese che ha chiesto al rispettivo Ministero di tagliare completamente le spese di sostegno al centro per l’arte di Amsterdam, scosso negli ultimi mesi da una continua bufera. Prima il licenziamento del direttore Lorenzo Benedetti, poi la polemica del comitato “didattico” nel continuare contro il taglio della testa dell’istituzione, e infine le dimissioni in blocco del board del museo non più di un paio di settimane fa, non hanno fatto che aggravare la situazione dell’istituzione che ora rischia di essere abbattuta in toto, senza sapere se prenderà un’altra forma o meno.
In una nota che lancia l’ennesima richiesta-petizione per la tutela della struttura, si legge: “De Appel capisce le preoccupazioni per quanto riguarda l’organizzazione, ma crede nella sua capacità di recupero. Siamo sicuri che possiamo superare questo periodo turbolento, con un nuovo direttore e un nuovo consiglio di amministrazione, che rifletta le varie posizioni nel mondo dell’arte. De Appel vuole continuare a svolgere il suo ruolo nel settore culturale”.
Tra le proposte, oltre a presentare le firme dei sostenitori allo stesso Ministero, c’è anche quella di individuare una nuova figura che possa traghettare il De Appel in una nuova dimensione. “De Appel chiede tempo e volontà politica. La discussione pubblica relativa ai recenti fatti svoltisi mostrano l’impegno di artisti, curatori, visitatori e tutor nel sottolineare l’importante funzione nel campo culturale del centro”. Auguri, De Appel. Stavolta pare ne serviranno parecchi.