23 giugno 2016

L’incontro tra antico e contemporaneo è sempre più frequentato. Inaugura stasera “Par tibi, Roma, nihil”, mostra che ambienta 36 opere al Palatino per verificare l’attualità del passato

 

di

È un’operazione complessa quella che si inaugura stasera in uno dei luoghi più magici di Roma: il Palatino, e che ha un’unica  “appendice” esterna con la fontana tutta in verticale di Sisley Xhafa, fatta di tante mani che chiedono aiuto e che è collocata tra il Colosseo e l’Arco di Tito. 
È un’operazione complessa “Par tibi, Roma, nihil” perché vuole mettere in dialogo l’antico con il contemporaneo, metodologia espositiva oggi molto praticata, ma che in questo caso non fa leva sull’antico come “quinta scenica” (secondo le parole della curatrice) per l’arte di oggi, ma ne cerca l’eventuale attualità interrogando il patrimonio storico attraverso i linguaggi e le problematiche del presente.  
La possibilità del confronto è affidata al lavoro di 36 artisti contemporanei, per lo più giovani, italiani e stranieri, le cui opere non sono state prodotte ad hoc in quanto provengono quasi tutte dalla collezione di Raffaella e Stefano Sciarretta. E proprio Raffaella Frascarelli, più nota come Sciarretta e forse ormai più nota ancora come Fondazione Nomas, è la curatrice del progetto, forte della formazione come archeologa e della passione per il contemporaneo. 
La mostra si snoda tra la terrazza e le arcate severiane, lo Stadio Palatino e il peristilio inferiore della Domus Augustana. Come è sempre in questi casi, quindi, il percorso espositivo è occasione per riattraversare questi luoghi bellissimi, normalmente frequentati solo da centinaia (ma di questa stagione, migliaia) di turisti al giorno (si stima che solo questa estate saranno 2 milioni i turisti che visiteranno l’area archeologica di Roma) ed è anche occasione per conoscere una delle più importanti collezioni di arte contemporanea della Capitale.
La vera scommessa però sta proprio nell’incontro – non nel confronto in cui facilmente avrebbe la meglio la grandiosità del patrimonio – tra antico e contemporaneo, dove questo è chiamato a reinterpretare il primo verificandone la capacità di essere una lingua viva capace ancora di parlarci. 
“Par tibi, Roma, nihil” è anche il primo atto  dell’edizione 2016 del festival Romaeuropa che comincerà a settembre. Ma non sarà solo una mostra, ma luogo di performance, a cominciare da quella di stasera di Emiliano Maggi, spettacolo dal vivo e studio, con un convegno che si terrà a settembre
 
 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui