24 giugno 2016

“Monopolio di stato” dell’arte

 
Nonostante le proteste da ogni angolo angolo dell'arte e non solo, in Germania il Bundestag approva la legge della "protezione" del patrimonio culturale. E mentre si aspettano le repliche feroci un passo indietro è fatto

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Contro la legge della “tutela” delle esportazioni delle opere d’arte tedesche si era scagliato, tra gli altri, anche il più famoso pittore vivente tedesco, e forse del mondo: Gerhard Richter. Poi ci si era messo anche Georg Baselitz, che qualche mese fa aveva ritirato tutte le sue opere prestate dai musei tedeschi in segno di protesta.
Tutto per la legge spostata dal Ministro Monika Grütters, che prevedeva una serie di restrizioni nelle esportazioni dell’arte germanica, per impedire lo sdoganamento di importanti beni culturali nazionali. 
Poi, a seguito degli strali, la proposta era stata leggermente rivista, e la Grütters che aveva rilasciato detto che non tutte le opere prodotte in suolo tedesco sarebbero state considerate di “valore nazionale”. Tante grazie per la precisazione! 
Peccato però che invece, ora, la proposta sia diventata legge e già ci aspettiamo l’ira di galleristi, artisti, collezionisti, fiere, case d’asta, musei e tutti gli altri che lavorano nel settore culturale del Paese, che vedranno i diritti di proprietà ridimensionati grazie a queste misure. ritengono che i loro diritti di proprietà vengono vietate a seguito di queste misure.
Le modifiche alla legge prevedono che i galleristi e collezionisti dovranno ottenere l’approvazione per esportare opere d’arte di età superiore ai 50 anni e ad un prezzo di oltre 150mila euro al di fuori dell’UE, in base alla Deutsche Welle, mentre la licenza di esportazione è richiesta per i lavori con più di 75 anni e oltre 300mila euro di valore all’interno dell’Europa.
E anche se la Ministra ha dichiarato che con questa norma si va “pari” con altri Paesi europei, c’è da dire che con queste nuove “pratiche” si rischia di indebolire fortemente la scena artistica della Germania e il suo mercato. E la conseguenza quale sarebbe? Che chi può scapperà altrove. E forse la Germania tornerà alle sue belle opere “nazionali”. E un po’ nazionalistiche? (MB)

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