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Medio Oriente un po’ più svelato, per la Biennale d’Arte 2017. Sarà Gal Weistein, 47enne (in home un autoritratto realizzato con lana di vetro) con studi a Gerusalemme e Tel Aviv, a rappresenterà il padiglione di Israele.
L’artista, che in Italia abbiamo potuto vedere anche alla galleria milanese di Riccardo Crespi, analizza le relazioni tra fenomeni naturali, la biologia, insieme a vari fenomeni “nazionali” e anche se non sono stati rilasciati dettagli sul lavoro, comunque site specific, che Weistein presenterà in laguna, non è improbabile che il progetto si occuperà in modo critico della politica israeliana.
Weistein è diventato piuttosto celebre nel 2002, quando ha rappresentato il suo Paese alla 25esima Biennale di San Paolo, mettendo un tetto di tegole rosse, in tipico stile europeo, in tutto lo spazio della galleria, rendendolo inagibile, in un riferimento a quelli che sono gli insediamenti israeliani in Cisgiordania, che punteggiano il paesaggio.
E di un altro paesaggio non troppo lontano da Israele si occuperà Zad Moultaka, già alla Biennale 2015, sopra, nominato per rappresentare il Libano con quello che si prevede un ambiente immersivo e nato da Sacrum, l’ultimo brano del musicista e artista, integrando il linguaggio visivo e acustico, l’occidente e i Paesi arabi.
Sacrum verrà installato nella Chiesa Santa Maria della Misericordia.