27 giugno 2016

Artsy e Phillips nella prima asta dopo Brexit

 

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Il 2016 è stato un anno molto tumultuoso per il mercato dell’arte, che conclude questa stagione prima della pausa estiva in pieno clima di incertezza con le aste nell’ormai non più europea Londra. Phillips inizia questa settimana con la sua sessione estiva, puntando sulla differenziazione della clientela, chiudendo una partnership con Artsy. Per la prima volta, infatti oggi e domani la start-up, fondata nel 2009 e sostenuta da investitori tra cui il rivenditore statunitense Larry Gagosian, darà agli utenti la possibilità di fare offerte in tempo reale da qualsiasi parte del mondo.
Sebastian Cwilich, presidente e CEO di Artsy ha descritto la mossa come un ulteriore passo avanti per l’azienda e una grande chance per gli utenti di acquistare opere da museo in un paio di click. 
Mentre il mercato dell’arte online continua a fiorire, arrivando a coprire il 24 per cento con 3.27 miliardi di incassi totali nel 2015, sempre più aziende si muovono in questa direzione, ed Artsy in materia sa decisamente il fatto suo grazie ai suoi 100mila users. 
Phillips è la prima a sperimentare l’effetto Brexit, che potrebbe creare un maggiore potere d’acquisto per chi si presenta con in tasca dollari o euro, o potrebbe essere occasione di investimenti sicuri per chi possiede una grande quantità di denaro contante. In attesa di capire quante opere sono state ritirate dall’asta per la paura di venderle svendute, aspettiamo questa prova di Phillips e Artsy, in un mercato, e in un mondo, sempre più insicuro. (RP)

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