29 giugno 2016

I primi cento giorni di una comunità in crescita: gli “Amici della Triennale” lanciano i numeri. Tre domande alla Presidente Elena Tettamanti

 

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Nata poco più di tre mesi fa, l’Associazione “Amici della Triennale”, festeggia il suo primo traguardo: 150 iscritti e 250mila euro di fondi raccolti e una serie di adesioni speciali, tra cui Assicurazioni Generali, Borsa Italiana, Deutsche Bank e Cassa Lombarda. Il denaro servirà a rendere concreti programmi e linee di indirizzo dell’istituzioni milanese, coinvolgendo in prima persona chi vuole partecipare alla vita culturale di Milano. Ecco cosa ci ha raccontato la Presidente Elena Tettamanti.
Da dove è nata l’idea di istituire gli “Amici della Triennale”? Si aspettava tutto questo successo?
«Discutendo con Triennale, con cui ho in passato realizzato la mostra “Trame”, è emersa l’idea di creare un’iniziativa che coinvolgesse gli appassionati d’arte, design e architettura, in Italia e all’estero (imprenditori, istituzioni finanziarie e, giovani) rendendoli partecipi al progetto culturale della Triennale, una delle poche istituzioni italiane dal carattere multidisciplnare, e allo stesso tempo consentisse loro  di contribuire al funding dell’istituzione. In questo senso Amici della Triennale è un progetto molto semplice che guarda a privati, aziende, fondazioni, enti con l’obiettivo di creare una comunità di sostenitori, aperta, sensibile e informata, che partecipi alla realizzazione dello scopo di un’istituzione pubblica e rafforzi il senso di appartenenza che lega Milano alla Triennale. A poco più di 100 giorni dalla presentazione del progetto, abbiamo oltre un centinaio di iscritti. L’obiettivo è raddoppiare questi numeri nei prossimi mesi. I fondi raccolti finora andranno a sostenere le mostre di Triennale in programma per il 2016/2017 e il restauro del Palazzo dell’Arte. Avevamo ragione di ritenere che il progetto sarebbe stato recepito in maniera positiva. La risposta è stata addirittura entusiastica fra gli appassionati d’arte e fra le stesse aziende che hanno in così poco tempo aderito all’iniziativa. Credo che un numero di adesioni così significativo sia dovuto soprattutto alla bontà della formula: non solo per i benefit assicurati, ma soprattutto per la forza attrattiva di Triennale e per la qualità dei programmi proposti agli Amici. Gli iscritti potranno condividere esperienze a diretto contatto con gli artisti contemporanei più importanti, visitare studi di grandi architetti, case museo e collezioni private solitamente inaccessibili, e di diventare parte attiva in molte altre iniziative».
Si è discusso spesso, anche sulle nostre pagine, del rapporto tra pubblico e privato nella sovvenzione di beni e istituzioni culturali .Pensa  che il progetto degli Amici della Triennale si collochi in questa tendenza avendo come obiettivo di sostenere le attività Triennale.
«Non c’è dubbio che Amici della Triennale nasca come canale di funding di un’istituzione pubblica che ha il suo driver nella comunità di appassionati. E’ una forma di sostegno privato che nasce dalla base, a fianco di forme nuove in cui l’impresa assume un ruolo principale nella realizzazione di iniziative culturali. Il principio è semplice ed efficace: non si tratta più di intervenire a sostegno del singolo progetto, ma diventarne direttamente artefici , con un chiaro obiettivo di ricerca, anche finalizzato alla scoperta di nuove tendenze funzionali all’impresa stessa. Basti dire quanto ha fatto Fondazione Prada a Milano o ricordare le attività della Fondazione Trussardi o Hangar Bicocca. Il punto è favorire anche altre iniziative, magari più circoscritte, facendo leva sul numero veramente sorprendente di appassionati d’arte, specie fra i giovani, coinvolgendoli in vere e proprie attività  in cui possano dare il proprio contributo. Amici della Triennale non è sicuramente la soluzione del funding delle istituzioni culturali del Paese, ma è un’opportunità da coltivare a loro sostegno».   
Qual è il modello di ispirazione degli “Amici”? E quali saranno i prossimi step a favore di Triennale?
«Non ho la pretesa di dire che il modello di Amici della Triennale sia una totale novità, quello che ci distingue, almeno spero, è una forte consapevolezza in chi aderisce di partecipare a un progetto che lega Milano a una delle sue istituzioni culturali più prestigiose con vocazione internazionale. Nel prossimo futuro l’obiettivo è allargare il profilo degli Amici a selezionate società, italiane e straniere, che hanno anche in passato manifestato interesse a sostenere il mondo dell’arte, ma che si intende far partecipare a un progetto di respiro più vasto e duraturo nel tempo, quale lo sviluppo delle attività di Triennale».

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