01 luglio 2016

Città no limits

 

di

Che fece Borromini quando i frati Trinitari gli chiesero di edificare la Chiesa di San Carlo a Roma e tutto intorno la città incombeva? Che cosa hanno fatto i vari architetti che sono intervenuti sul MoMA di New York per ampliarlo? Che si fa, insomma, quando lo spazio in una città manca? Si va in altezza. Ci si ingegna, si inventano volumi che non potrebbero esistere, ma si punta in alto. Così fece Borromini, così hanno fatto i  vari Yoshio Taniguchi e così faranno ancora altri geniali architetti. 
E se lo spazio finisce, se insomma, prima o poi, c’è un tetto, chi l’ha detto che l’edificio, gli usi, i consumi, la vita finiscano all’ultimo piano? Sopra ci può essere un mondo. Campi di tennis, di calcio o di golf. Shopping mall o, al contrario, sul tetto del grattacielo di un grande magazzino, possono sorgere delle case. O può esserci un cinema, un campo da coltivare e i pannelli solari possono diventare tettoie per posti auto. Basta una sana fantasia.

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