01 luglio 2016

Fino al 24.IX.2016 Daniela Corbascio-Solo Show Doppelgaenger, Bari

 

di

È un “Sud” luminoso – mix tra minimale e organicista  – quello che Daniela Corbascio volle collocare a mo’ di banderuola sul Palazzo della Regione, ad indicare una direzone “contro”: quella che è stata la crescita di una Puglia che guardava all’Europa più che a un disagio tutto meridionale. “Sud”, a definire il luogo identitario e di nascita ma, soprattutto, a ribadire un’origine tradita da una cifra stilistica senza radici né età, sebbene ascrivibile a un poverismo di nuova generazione. Sud, una direzione “puntata sul mondo” ma anche un punto cardinale che rimanda a quelle periferie dell’arte, oggi sfatate da una semina mass-culturale, diffusa virtualmente. In questo contesto si inquadra la mostra – compendio della produzione ventennale di Daniela Corbascio – allestita da Doppelgaenger, spazio espositivo che anima un palazzo signorile nel cuore di Bari: la lettura che ne deriva è una produzione aliena da influenze e citazionismo, caratterizzata da una confezione tanto maniacale quanto equilibrata, sia quando l’autrice estremizza l’aspetto concettuale nella forma – in Mosshanie del 2011 come nell’inedita Thats’s new – sia se ricorre a efficaci inserti di luce al neon, il medium più amato. 
Daniela Corbascio, Sudario, vista della mostra
Il tubo luminescente, nella declinazione bianca o rosso sangue, diventa talvolta la soluzione di frattura o ricucitura tra gli elementi dell’opera, con una funzione meno dirompente ma necessaria a definire il “significato”; oppure diviene, esso stesso, “significante” e veicolo di un messaggio muto – i “Concetti per solitudine”, come ama definirli lei stessa – o esplicito, quando è scelto come struttura portante di un lettering. È il caso di Holy Circles in Body Square,  nata come installazione urbana diffusa, qui testimoniata da due elementi, e partecipe del racconto composto da alcune opere-tributo (l’installazione verticale “I genitori miei”) e di variazioni sul tema del metallo, del legno, della luce e dei tessuti, tra pietre che “pesano” su una teoria di piccoli banchi, tra un reticolo di nodi al fazzoletto ingabbiati,  tra architetture rovesciate e oniriche, tra candidi corredi ricamati che raccontano di tormenti al femminile (SUD(I)ARIO del 2008).  Una mostra che sembra potersi bere tutta d’un fiato: più che del Sud, ci appare mitteleuropea; questa lettura si completa con l’installazione site specific nello spazio Tender to Doppelgaenger, una nuova appendice della galleria nel centro nevralgico della città.
Giusy Caroppo
mostra visitata il 6 giugno
Dal 6 giugno al 24 settembre 2016
Daniela Corbascio, Solo Show
Doppelgaenger, Via Verrone, 8; 
Tender to Doppelgaenger , Via Bozzi 73
70122 Bari 
Info: +39 392 8203006 – info@doppelgaenger.it

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