16 luglio 2016

Cosa si compra quando si compra un video?

 

di

In molti si trovano ancora in difficoltà di fronte ad un video proiettore, o all’idea di dover avere a che fare con un aggeggio del genere in prima persona, nel caso in cui si acquisti un’opera di video arte. Molti in realtà sono più pratici e si domandano: “cosa si deve aspettare un collezionista dopo aver comprato un video”? La risposta giusta relativa all’oggetto è o un file o un DVD, ma cosa si compra in realtà?
I video vengono prodotti dagli artisti in edizioni, che diventano sempre più rare, in copie di tre o cinque, spesso confezionati con delle scatole bellissime, all’interno delle quali si trovano delle eleganti penne USB. Ma a differenza delle opere d’arte tradizionali, come dipinti e sculture, il compratore non ha nessun diritto riguardo l’esposizione dell’opera. Secondo le leggi del copyright comprare un file non equivale a decidere il futuro di un lavoro, i diritti rimangono tutti riferiti all’artista, un po’ come funziona gli acquisti di musica su iTunes. Sono stati molti i collezionisti che hanno provato a prestare video ai Musei per poi sentirsi dire che non potevano senza il permesso dell’artista, perché rimane sua la proprietà del lavoro.
Un altro problema che spesso riguarda le collezioni di video è quello della deperibilità della tecnologia. Pensiamo ad esempio a chi ha comprato dei video negli anni 90, quando il supporto principe era la storica videocassetta, essendo oggi praticamente scomparsi i vecchi videoregistratori, c’è bisogno di riportare quel contenuto ad una tecnologia più al passo coi tempi, che ancora per poco sarà una penna USB, supporto che potrebbe diventare obsoleto nel giro di pochi anni. Cosa fare? Sicuramente oggi è meglio comprare un file e non un DVD, e prendere accordi preventivi per muoverlo in un altro formato se necessario.
Proprio gli accordi sono uno dei nodi centrali della compravendita di un video, bisogna mettere nero su bianco in quante copie verrà edito, come dovrà essere allestito, chi ha i diritti di prestito e quali sono i vincoli per la distribuzione, per evitare che sia visibile da un momento all’altro su youtube, o quando può essere mostrata, insomma molte beghe che non compaiono su contratti di compravendita di dipinti. 
Ma un medium che è vitale per natura deve mantenere la stessa vitalità anche nei confronti della legge? O forse sarebbe meglio arrivare ad un protocollo che renda più facile la vita a mercanti e collezionisti? A voi la parola. (Roberta Pucci)

1 commento

  1. Credo che tutta l’arte dovrebbe essere senza nessun proprietario e quindi LIBERA nel senso di riproducibilità dell’immagine, parola e suono. L’artista può vendere l’originale che per le immagini è un quadro o foto firmata, per il suono è lo spartito firmato e per la parola è il testo scritto firmato. Nel tempo della RIPRODUCIBILITA’ di TUTTO mi sembra assurdo vietarla perchè qualsiasi forma d’arte deve essere fruita da ciunque perchè accresce la QUALITA’ DELLA VITA

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui