19 luglio 2016

Allarme rosso per Bevilacqua La Masa. Il Comune di Venezia cancella quattro istituzioni, tra cui la storica fondazione. Nel nome di una “riorganizzazione”

 

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La voce si susseguiva da qualche giorno, ma oggi viene ufficializzata. Non tanto da comunicati stampa, ma dai giornali locali, che riportano le volontà del Comune di Venezia: dal 1 settembre l’Istituzione Gondola e il Centro maree, il Parco della laguna e la Fondazione Bevilacqua La Masa passeranno sotto la diretta egemonia del Municipio di Venezia: «L’amministrazione vuole puntare alla razionalizzazione del proprio sistema di partecipazione interna e, anche a seguito alla recente normativa su trasparenza e anticorruzione, si pone come obiettivi il risparmio economico e la semplificazione», sono state le parole del Sindaco Brugnaro, riprese dal Corriere dalla Sera.
«Non ci hanno comunicato nulla, abbiamo avuto solo conferma di una serie di chiacchiere di corridoio», ci dice amareggiato il Presidente di BLM Giancarlo Borile, che ha già indetto un CDA straordinario per venerdì, per cercare di chiarire se il Comune possa sciogliere dal nulla un’istituzione che dal 1904 vive grazie a una precisa volontà testamentaria, quella appunto di Felicita Bevilacqua La Masa.
«Far passare la Fondazione, poi, per un’ente che sperpera denaro pubblico è una vera e propria menzogna», afferma Borile, ricordando i numerosissimi sponsor che, negli anni, hanno accompagnato attività di tutto rispetto nella promozione della giovane arte, con i relativi premi e nella produzione di ottime mostre. Qualche nome? Per esempio i più recenti Fondazione Bonotto e Stonefly, ma anche Byblos, Moleskine, illy, senza contare il Museo OCA di Oslo che in occasione della mostra dedicata ad Edward Munch (in occasione della Biennale 2013) contribuì a ristrutturare gli spazi di piazza San Marco, che non videro un soldo pubblico per l’operazione. 
Il rischio ora, se la questione passerà un po’ sottotono, è di far diventare un’eccellenza una sorta di ufficio comunale, senza un Consiglio competente che valuti le proposte, ma che “costa” belle cifre alle casse veneziane. Per esempio 20,99 euro, per le sedute bimestrali. Una barzelletta. 
E in ballo c’è ovviamente anche il futuro di Palazzetto Tito, altra realtà più che viva sul territorio della laguna, che invece di affitto al mese costa circa 4mila euro e che al suo interno non solo ha gli uffici e lo spazio espositivo, ma che è anche biblioteca dedicata all’arte contemporanea, con titoli anche introvabili altrove, un archivio di giovani artisti (con oltre 2mila presenze registrate) e archivio storico della Fondazione dal 1900. 
Una brutta mossa dell’amministrazione che non potrà passare inosservata, mentre gli artisti stanno già preparando il terreno per una serie di dimostrazioni, e per ribadire a gran voce che un’esperienza centenaria – risollevata egregiamente in questi anni dal lavoro di Angela Vettese e dal curatore Stefano Coletto – non si può liquidare dal giorno alla notte.
Che sia per un riassetto del Comune o meno.

1 commento

  1. Trovo da esterno, vivendo a Roma, una assurdità epocale. La Fondazione Bevilacqua La Masa come altre Fondazioni di Venezia deve rimanere così com’è.
    Frequento Venezia da più di quindici anni e ogni anno da una settimana a un mese ho avuto modo di come la splendida città lagunare si sia arricchita a livello culturale grazie e soprattutto all’esistenza di altri organismi culturali che non siano quelli tradizionali come la Biennale e/o le varie Biennali.
    Reputo quindi che la Fondazione rimanga e invito soprattutto chi non è di Venezia a fornire un appoggio a questi tempi della conoscenza.

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