20 luglio 2016

Fino al 28.VIII.2016 Yahon Chang, The question of beings Macro Testaccio – La Pelanda, Roma

 

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Yahon Chang, classe 1948, vive e lavora a Tapei, in Taiwan. Di solito crea opere su tela e carta di grandi dimensioni caratterizzate dall’uso dei pennelli cinesi. La sua tecnica impone al corpo di muoversi intorno al dipinto che si compone quasi sempre da elementi calligrafici e da una ripetuta ritrattistica di tipo meditativo. Negli ultimi tempi l’artista ha esposto in molte sedi, spesso realizzando opere site specific. Lo scorso anno le dimensioni dei suoi lavori sono cresciute ulteriormente, arrivando a invadere anche la 56esima Biennale di Venezia. 
Per l’occasione Chang, che ha preso parte a un evento collaterale della kermesse presso l’Istituto Santa Maria Della Pietà, ha esplorato il tema “The Question of Beings”, analizzando il conscio e il subconscio dell’individuo e interrogandosi sulla complessità degli esseri viventi. Una domanda che riecheggia ancora negli spazi de La Pelanda al Macro Testaccio di Roma, grazie al progetto ideato e curato da Paolo De Grandis e Claudio Crescentini “From La Biennale to MACRO. International Perspective” che porta alcune installazioni della Biennale nel museo della capitale.
Yahon Chang, The question of beings, vista della mostra
“Yahon Chang @ Roma, The Question of Beings”, curata da J.J. Shih e Francise Chang e organizzata da MOCA Taipei in collaborazione con Contemporary Art Foundation e MDCA Foundation, è un’installazione formata da una serie di opere a inchiostro su drappi di tela che richiama l’intervento realizzato dall’artista lo scorso anno a Venezia. Per dipingere sui drappi lunghi dai dieci ai venti metri, Chang ha lavorato per cinque giorni. Il risultato finale è un labirinto di stoffa costellato da volti astratti, talvolta ben definiti e talvolta appena accennati, che riproducono il sacro, il mondano e l’animalità. Un’opera che invade gli ambienti e li trasforma, con uno sguardo attento e sempre rivolto al passato. 
A Venezia l’artista taiwanese aveva lavorato in un ex ospedale e orfanotrofio. In quella occasione, per ricollegarsi al luogo che ospitava la sua mostra, scelse di riflettere sulla fede, l’essere umano e l’animale. Al Macro ha deciso di rappresentare l’orrore del mattatoio, richiamando la precedente destinazione degli ambienti de La Pelanda. Nel trattare questo argomento Chang fa riferimento anche all’olocausto e ai conflitti del secolo scorso, ricordando a tutti quanto l’uomo possa essere inumano.
L’installazione contiene anche alcune sculture in ferro inserite tra i drappi, con l’intento di mescolarsi tra i tessuti, rimanendo quasi inosservate. L’artista ha usato il ferro per la sua deteriorabilità: la ruggine che in futuro coprirà le sue opere è la massima espressione della mutevolezza e della decadenza della cose. Un processo che lo stesso Chang ha innescato cospargendo acqua con il pennello sulle sue sculture. L’aria e il sole faranno il resto, facendo emergere ancora una volta l’inconfondibile e fugace tocco di questo grande artista.
Giulia Testa
mostra visitata il 3 luglio 2016

Dal 24 giugno al 28 agosto 2016
Yahon Chang
The Question of Beings
Roma, Macro Testaccio – La Pelanda
piazza Orazio Giustiniani 4 – 00153 Roma
Orari: da martedì a giovedì 15-20; venerdì 15-23; sabato 11-23; domenica 11-20

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