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“I trafficanti di droga svolgono un servizio prezioso, apprezzato da molte persone. E soprattutto sono facilmente raggiungibili in zona, e soprattutto nel parco”. La zona è quella di Friedrichshain-Kreuzberg, a Berlino, e il sostenitore di questa causa è l’artista statunitense di casa nella Capitale tedesca Scott Holmquist.
In una petizione presentata al Partito Pirata, gruppo di sinistra che sostiene la democrazia diretta e la partecipazione civile, che occupa quattro dei 51 seggi nel distretto, l’artista ha proposto un monumento allo spacciatore africano, figura che viene ingiustamente accusata e ripudiata.
“L’erezione di un monumento sarebbe un riconoscimento sensibile e importante di questa professione ad alto rischio, e un potente richiamo alla lotta in corso contro le conseguenze del colonialismo”, ha scritto l’artista. Il Partito Pirata ha così accolto l’idea, specialmente per estendere il dibattito al di là delle chiacchiere da bar contro la criminalità, e per cercare di approfondire altri temi visto che gli spacciatori spesso hanno a che fare con vicende di fuga, rifugi, malavita. Nessuna pretesa salvifica, ci mancherebbe, ma a Görlitzer Park potrebbe nascere insomma quella “memoria” contro la definizione di una distinzione, ma uno stimolatore di pensiero e dibattito.
Che ne dite? I più scettici hanno giudicato l’idea come una stupidaggine, per usare un eufemismo, tacciando il Partito Pirata come una formazione non tanto politica quanto di pazzi scatenati.
Holmquist invece è rimasto imperterrito, spiegando che farà il monumento con o senza appoggi di alcun genere, anche temporaneo, entro la fine del 2017. Chissà che ne penseranno gli spacciatori…