23 luglio 2016

Nel nome del padre e del figlio, senza Spirito Santo Luigi Presicce Chiesa di Sant’Oronzo, Campi Salentina

 

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Un esercizio utile per riflettere sul rapporto tra padri e figli. La nuova performance di Luigi Presicce nella chiesa di Sant’Oronzo a Campi Salentina, piccolo centro a nord di Lecce, contiene la chiave poetica di un legame fatto di somiglianze e affetti. «Erano due razze in antica tenzone», scrive Umberto Saba, che pure con il padre ebbe un rapporto notoriamente difficile, e il tableau vivant di Presicce parte proprio da questo dato di somiglianza che si ritrova nei piccoli gesti e nei vestiti a scacchi candidi, uguali ma diversi.
L’attraversamento della storia dell’arte del Novecento è esplicito e dichiarato: Picasso e i suoi arlecchini, soprattutto il ritratto al figlio Paulo, e Francis Bacon che Presicce ha guardato frequentemente nei suoi primi lavori. Sono i padri putativi, quelli che ci portano dentro il linguaggio volutamente diretto della citazione, che saggiano la durata lunga dell’arte, la sua capacità di bucare il tempo, di parlare al cuore dello spettatore. Nella costruzione delle sue performance Presicce spinge a considerare il rapporto osmotico con la pittura come una delle chiavi di lettura ma l’azione drammaturgica ha bisogno di gesti e di oggetti. In questo caso sono ridotti a pochi elementi: un braccio intorno alla vita, piccoli movimenti contenuti, i costumi, la struttura-gabbia, che ricorda quelle di Bacon, una poltrona, un quadro con l’immagine devozionale e domestica di San Luigi. Lo spazio è quello di una chiesa  barocca, ridondante, e il candore con cui Presicce costruisce scena e costumi isola il momento drammaturgico dalla linea del tempo presente e passato creando la sensazione di una solidarietà tra attività artistica,  desideri e memorie.
Poi c’è “la colonna sonora”, che naturalmente amplifica la dimensione poetica.  Voce e chitarra  sono di Maurizio Vierucci (Oh Petroleum), il terzo personaggio in scena, amico e sodale spesso presente nelle azioni di Presicce, questa volta sollevato su un piccolo piedistallo.  Le due figure, quella del padre che avvolge la vita del figlio – il giovane Filippo Di Donfrancesco – seduto sul bracciolo della poltrona, sono statiche ma non immobili, gli occhi si rivolgono agli spettatori, che entrano tre per volta, e innestano una cognizione, una relazione immediata, fuori dal tempo perché visione, emozione, comprensione, avvengono di pari passo, visceralmente, come viscerale è il rapporto tra padri e figli. 
Marinilde Giannandrea
Performance vista il 16 luglio 2016
16 luglio 2016
Nel nome del padre e del figlio, senza Spirito Santo
Luigi Presicce 
performance per piccoli gruppi di spettatori alla volta, accompagnati 
Attori
Luigi Presicce, Filippo Di Donfrancesco
Chitarra e voce
Maurizio Vierucci (Oh Petroleum)
Chiesa di Sant’Oronzo, 
Piazza della Libertà, Campi Salentina (LE)

La performance è stata realizzata all’interno della rassegna Mundi “Crocevia balcani”
Forum internazionale della solidarietà e della responsabilità sociale
organizzato dall’associazione “Salvatore Calabrese Onlus”

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