26 luglio 2016

Palma il Vecchio, nuova festa. Grazie al restauro di Fondazione Creberg il “Polittico della Resurrezione” viene ricomposto e ricollocato a Serina

 

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Realizzato da Palma il Vecchio fra il 1520 e il 1522, il Polittico della Resurrezione venne smembrato verso la metà del Settecento, quando fu disposta la radicale trasformazione barocca della chiesa della Santissima Trinità di Serina: il Cristo, che occupava la posizione centrale, fu rimaneggiato e collocato in una cornice settecentesca, mentre i due santi laterali furono posti – a inizio ‘900 – a completamento dell’altro polittico di Palma il Vecchio che, in un’impropria e nuova formulazione di otto tavole, fu collocato in sagrestia.
Oggi però, a un anno della prima mostra mondiale dedicata all’artista, a Bergamo Palma il Vecchio torna restaurato, proprio nella Chiesa di Serina, grazie all’intervento di Fondazione Creberg (Credito Bergamasco). 
E così sabato, le due tavole dei Santi Filippo e Giacomo rimesse a nuovo da Eugenia De Beni, con la collaborazione di Leone Algisi, ritroveranno la loro originale posizione a fianco del Cristo.
Un intervento “privato” su un bene più che pubblico, come ha ricordato Angelo Piazzoli, Segretario Generale della Fondazione Credito Bergamasco: «Ricollocare il Polittico restaurato significa assolvere a un nostro dovere civile, che è quello di contribuire alla crescita della nostra società, del nostro territorio. Nel campo dell’arte vorremmo che i nostri interventi consentissero alle nuove generazioni di ammirare, come abbiamo potuto fare noi, questi capolavori assoluti. Il recupero delle pale che costituiscono i due polittici di Serina è stato un vero e proprio salvataggio».
E insieme alla “nuova” Chiesa, fino all’8 gennaio, sarà messa in scena anche una “Sala del Restauro”, per raccontare le varie fasi di creazione, recupero e restauro di un’altra opera di Palma: la Santa Apollonia del Polittico della Presentazione della Vergine. Per mostrare anche alla comunità l’aspetto scientifico, oltre che identitario e fortemente sentito, che ha caratterizzato questi due anni in compagnia di uno dei più grandi protagonisti dell’arte del ‘500. 

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