26 luglio 2016

Salviamo Bevilacqua La Masa! Una lettera aperta su Change.org chiede al comune di Venezia di non affossare la fondazione e lancia alcune proposte fondamentali

 

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Dopo la notizia dell’acquisizione di Fondazione Bevilacqua La Masa da parte del Comune di Venezia, che diverrà dal primo settembre il “gestore” diretto dell’istituzione, la comunità dell’arte non smette di muoversi e, anche se con un po’ di ritardo, lancia le sue richieste.
Di queste ore infatti una missiva pubblicata su Change.org e indirizzata al Sindaco Brugnaro e agli Assessori e Consiglieri, e sottoscritta da una numerosa schiera di addetti ai lavori, dalle artiste Elisabetta di Maggio e Maria Morganti, da Alessandro Di Pietro a Tobia Ravà a Caterina Erica Shanta, chiede che si rivedano le posizioni in cinque punti fondamentali tra cui, quello più importante, che i tre membri del Consiglio di amministrazione della Bevilacqua La Masa siano nominati dal Sindaco su indicazione dei rettori o direttori dei tre luoghi di formazione pubblica di critici, curatori, artisti e manager dell’arte contemporanea a Venezia: l’Accademia di Belle Arti e le università Ca’ Foscari e IUAV, e ancora, forse ancora più delicato, che BLM abbia un presidente o un direttore artistico di provata competenza nell’ambito dell’arte contemporanea.
Richieste all’atto pratico che forse non saranno facili, visto che è anche per questo “dispendio” di risorse che BLM secondo il Comune di Venezia dovrebbe rientrare tra gli affari gestiti direttamente dal municipio, e che cozzano con la terza fondamentale richiesta: “Che sia garantito un budget certo in grado di poter consentire alla Bevilacqua La Masa la continuazione di tutte le sue articolate ma interconnesse attività: esposizioni, residenze, formazione, premi, convegni, rapporti con le imprese e col territorio, dalle carceri agli ospedali, a musei e centri di cultura locali ed esteri”.
Ricordando che, in tutti i modi, si sta mettendo mano a un lascito testamentario vecchio più un secolo, e che la Fondazione oltre alle due sedi espositive (San Marco e Palazzo Tito), raccoglie – e continua a farlo – la documentazione del lavoro di oltre 2mila artisti triveneti. 
“Per Venezia BLM è uno dei più importanti laboratori culturali, un tassello fondamentale nel progetto – sempre più minacciato dal turismo di massa – di Venezia capitale culturale, aperta al mondo e al presente”.

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