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A Gianluca Lerici in arte Professor Bad Trip è dedicata “A sourceful of colours”, una mostra organizzata da Tabularasa Tekè gallery e che ha visto la collaborazione di Vittore Baroni, artista, critico musicala e soprattutto amico del professore.
Il progetto (fino al 30 luglio) si dispiega in cinque spazi espositivi del centro di Carrara, per abitare una città che vuole ricordare una figura importante per il luogo e ribadirne l’influenza anche a carattere nazionale. Numerose le opere dell’artista spezzino esposte, tra cui oltre quaranta dipinti ma anche oggetti e memorabilia che ci raccontano dei suoi forti legami con la cultura underground italiana. Copertine di dischi, locandine di concerti, cartoline, francobolli e fumetti (tra cui la resa de Il Pasto Nudo di W. S. Burroughs) che raccontano una vita immersa nell’universo distopico cyberpunk e tecno degli anni Novanta italiani.
Con un nome derivato dalle esperienze negative con l’LSD, Gianluca Lerici costruiva sotto-mondi claustrofobici caratterizzati da un perenne stato di concitazione, abitati da post-umani, vortici, robot e alieni tentacolari corredati di maschere a gas e occhi allucinati. Paesaggi post-apocalittici con funghi di fumo e onde da surf, tra realtà aumentata e i primi esperimenti 3D, come quelli che definivano la scelta coloristica delle opere. Alcune di queste, stampe e dipinti, se guardati con gli occhiali 3D rivelano difatti un vero viaggio nella tridimensionalità, a cavallo tra passato e futuro. Molteplici sono quindi i mondi che ha costruito, tanti quante le influenze tra Basil Wolverton, Rick Griffin, ma anche Edvard Munch, Käthe Kollwitz, John Heartfield e Hannah Höch. (foto: courtesy Tabularasa tekè gallery – Alessandra Franetovich)