29 luglio 2016

Crowdfunding per un nuovo “Grattacielo”. Patrick Tuttofuoco cerca finanziamenti per la sua installazione monumentale alla Quadriennale di Roma, e ci racconta perché

 

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Patrick Tuttofuoco è stato invitato dal critico e curatore Michele D’Aurizio a intervenire all’interno della 16esima Quadriennale a Roma, Altri tempi altri miti, che riprende vita, dopo otto anni, dal 13 ottobre al 8 gennaio 2017. L’artista (milanese, ma di stanza a Berlino da dieci anni) per Palazzo delle Esposizioni ha intenzione di sviluppare un progetto legato alla sua storia personale, umana e produttiva, perché arte e vita lavorano sullo stesso piano, e sono una cosa unica. Tuttofuoco prende ispirazione da un suo vecchio lavoro – pensato ancora ai tempi dell’Accademia -, un “grattacielo” di 10 metri realizzato sotto a un ponte a Pescara nel 2000. Da realizzare con una campagna di crowdfunding. Ecco i motivi.
Perché hai deciso di riprendere un tuo storico lavoro d’esordio come punto di partenza per questo progetto alla Quadriennale?
«Per Goooonies ho ripreso Grattacielo non per farne una replica, ma per ri-applicarlo dopo 16 anni con le dovute mutazioni, personali e artistiche. Il lavoro l’avevo realizzato ancora da studente, quando seguivo le lezioni di Garutti: è un’opera che parla di amicizia, di storia, di passaggio temporale e di cambiamento, per questo motivo l’ho scelto. Quando il curatore mi ha chiamato per far parte di “Ehi, voi” ho pensato immediatamente a “Grattacielo” perché parla di condivisione. Arte e vita rappresentano una fusione e Goooonies ne è l’esempio».
Un aspetto interessante di questo progetto è quello del crowfunding. Perché un artista come Tuttofuoco ha questa necessità (il goal è 8mila euro) per realizzare un’opera per la Quadriennale? 
«Perché senza il crowdfunding non possiamo realizzare l’opera e sostenere tutte le spese necessarie, neppure le più basiche. Un artista non italiano non avrebbe accettato un invito, per di più istituzionale, dove non c’erano i mezzi neppure per arrivare a Roma. Ma noi abbiamo deciso di andare avanti. Ci ho pensato a lungo, e penso che il crowdfunding sia anche un modo per sottolineare la situazione degli artisti italiani: non potevo dire di no e non realizzare l’opera, o almeno provarci. È la mia vita. Noi artisti dobbiamo lavorare, e fare le cose bene. E per farlo c’è bisogno di mezzi».
Raccontaci il titolo, che riprende un film cult con cui tante generazioni sono cresciute: è stato un “tuo” film di formazione?
«Assolutamente. I Goonies rappresenta il passaggio dall’infanzia all’adolescenza: anche a mio figlio piace. E per me in particolare indica quel momento in cui, con quattro amici dell’Accademia, Massimiliano Buvoli, Christian Frosi, Massimo Grimaldi e Riccardo Previdi, ho realizzato Grattacielo a Pescara nel 2000, sotto un ponte, per la mostra “Fuori uso”, che rappresentava il passaggio verso l’età adulta. Amici storici di un’avventura che voglio riprendere, sotto altre sembianze e per altri motivi. Non ero più uno studente: ero un artista che realizzava opere da solo. Oggi questo intervento prosegue il percorso iniziato allora: è una riflessione artistica sul tempo che passa, sui nostri cambiamenti. È come se scrutassi i miei amici da fuori per poi riunirli su questi quattro banner in pvc dove ad ogni angolo verrà stampato, fronte e retro, il volto di ognuno dei soggetti – Massimiliano, Christian, Massimo e Riccardo: è un’opera monumentale. A ogni volto è accostata un’immagine del paesaggio che fa da texture, quello di Pescara, anche lui cambiato col tempo». (Rossella Farinotti)

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