02 agosto 2016

La Cina è leader secondo Artprice

 

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Per mesi si è parlato di crisi del mercato finanziario cinese, di cali delle borse, ma contro ogni aspettativa il mercato dell’arte vede proprio la Cina a condurre la classifica delle nazioni più spendaccione nella prima metà del 2016. A dichiararlo il dossier semestrale redatto da Artprice che ha analizzato 3500 vendite all’asta in cui sono passati di mano oltre 252mila lotti, generando
un fatturato complessivo di 6,53 miliardi di dollari. Il ritorno della Cina alla posizione di leader globale con totale di 2,3 miliardi di dollari spesi è una grande sorpresa, che ha lasciato gli Stati Uniti al secondo posto con una quota di mercato pari a 1,7 miliardi. Altre sorprese sul mercato globale sono state il basso tasso di invenduti generale e il ritmo dinamico di crescita delle transazioni, aumentate del 3,2 per cento. A diminuire invece è stato il fatturato delle vendite, sceso del 25 per cento, quasi interamente a causa dell’offerta ridotta di grandi capolavori, ossia opere a prezzi oltre i 10 milioni di euro, in tutte le sezioni. 
Oltre la Cina, molti paesi hanno registrato una crescita del fatturato delle aste tra cui il Belgio (+
12 per cento), la Turchia (+ 7 per cento) e la Svezia (+ 44 per cento), a dimostrazione che i mercati nazionali non sono necessariamente influenzati dalla debolezza nelle due principali capitali occidentali, Londra e New York, che vivono una battuta d’arresto. 
Il vero centro di questo processo di crescita della Cina è Hong Kong, parte integrante della Repubblica popolare cinese, unico mercato importante nel mondo che ha continuato a registrare una crescita fino ad arrivare ad un rialzo del 10 per cento. Negli ultimi anni il mercato dell’arte è apparso sempre di più come un rifugio sicuro per investimenti importanti, e in un contesto di tassi negativi, di crolli delle banche e dei mercati finanziari non resta altro che comprare qualche opera d’arte e metterla in cassaforte, ad attendere che anche questa crisi si esaurisca.

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