27 giugno 2002

A Siracusa mostra-evento sul tema del contatto. E i curatori si fanno collettivo…

 

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Il contatto è una verità ontologica. Dal contatto tra l’angelo ribelle e il suolo terrestre ha origine la vita dell’uomo. Il contatto viene prima di tutto. Dal primo contatto nascono le sensazioni, le emozioni, i sentimenti, le idee di libertà e di ribellione, le relazioni tra gli individui -l’attrazione e la repulsione, l’identità e l’alterità. Il contatto tra due pietre genera la scintilla, il fuoco, metafora per eccellenza del cambiamento e della creazione.
Proprio nella riflessione intorno all¹idea primigenia del contatto si può trovare, nella società di oggi, una possibilità per ridefinire la relazione tra individuo e collettività, per ripristinare le coordinate del rapporto tra uomo e realtà.

E non è proprio questo uno dei nuclei problematici del nostro tempo? Ovvero, come non perdere il senso di comunità (di destino e di cultura) formulato negli anni Sessanta e Settanta salvaguardando però l¹individualità nel suo complesso? Cercare quella terza via tra liberismo sfrenato e comunismo? Si tratta di un processo faticoso, poiché non può essere la ricerca del consenso a produrre contenuti e conoscenza, non può essere l’omologazione il fine della ricerca culturale. Al contrario va affermata l’importanza del contatto come strategia ineludibile per analizzare le possibilità di relazione e di convivenza.
FullContact vuole essere dunque una mostra poetica, ma anche politica.
FullContact vuole dunque mostrare come l’idea molteplice e a tratti contraddittoria del contatto, così come è stata rapidamente tratteggiata, sveli un atteggiamento comune a numerose esperienze artistiche e poetiche. Le opere e gli artisti presenti in mostra propongono visioni diverse di un possibile contatto tra gli uomini, che parta proprio da una condivisione etica e culturale personale (individuale) e non collettiva. Si tratta di un’arte che instaura con gli occhi di chi guarda una nuova complicità etica.
Quest¹arte non è provocatoria; anche quando appare feroce e gridata, lo è anzitutto nei termini di un dramma esistenziale. Allo stesso modo quest¹arte non vuole più essere scavalcata, tradotta in altro, o vedere annichilita la specificità dei propri strumenti umani. E¹ spesso una fiducia salda nelle possibilità della ragione ad assumere un ruolo centrale nella dinamica dell’osservazione. E’ l’occidente che entra in contatto con l’Oriente e viceversa. E’ l’Europa che viaggia per l’Africa e l’Africa che seduce l’Europa con la sua forza ancestrale. E’ una connessione dinamica tra l’uomo e la macchina, alla ricerca non di un¹interazione ma di una correlazione che presuppone nuove frontiere di libertà e di benessere.
Nel modo vario, cui si è brevemente accennato, sembra di poter individuare in questi artisti una tensione profonda verso un nuovo umanesimo capace di interpretare quella sacralità che è comune allo spazio esistenziale e alla dignità del quotidiano. Proprio per questo si tratta di un¹arte che porta con sé un atteggiamento di fondo positivo, che presuppone non soltanto la possibilità di un orizzonte comunicativo autentico, ma anche una gioia di natura creativa, la luminosità dell¹avere una forma, una voce, un colore.

Anche le dinamiche curatoriali e le scelta di allestimento sono coinvolte in questo processo. La scelta del nome collettivo Super&go vuole essere un modo per affrontare l’idea del contatto e del superamento dell¹io a favore di un io più grande, dilatato, eterogeneo, super insomma. Ma nessuno di noi curatori intende rinunciare alla propria individualità.
FullContact è anche e soprattutto un modo per entrare in contatto con gli artisti, per formulare la necessaria centralità degli artisti all¹interno del sistema dell¹arte di oggi, dove troppe forze agiscono in direzione diversa. Come nel rugby, dove si avanza verso la meta passando la palla all¹indietro. E davanti, con il cuore e i polmoni pieni desiderio, è sempre l’uomo, il giocatore, l’artista. E’ l’uomo, inteso nella sua integrità, che deve segnare la meta, non uno dei suoi tanti prodotti.


MONTEVERGINI
Galleria Civica d¹arte contemporanea di Siracusa, Via S. Lucia alla Badia, 1 96100 Siracusa Tel. 093124902 Email montevergini@libero.it
FullContact
A cura di Super&go
Sede: Galleria Civica d¹arte contemporanea di Siracusa – Montevergini
Inaugurazione: 29 giugno 2002 ore 19.00
Durata: 30 giugno ­ 31 agosto 2002
Artisti: Micole Assael, Gianni Caravaggio, Letizia Cariello, Chris Cunningham, Paola De Pietri, Alicia Framis, Lara Favaretto, Naomi Fisher, Henrik Håkansson, Satoshi Hirose, Armin Linke, Marcello Maloberti, Domenico Mangano, Shirin Neshat, Sara Rossi, Stalker, Barthélémy Toguo, Sabrina Torelli, Uri Tzaig.
Design projects: Michele De Lucchi, James Irvine, Italo Rota
Special Events per la serata dell¹inaugurazione:
Presentazione del progetto audiovisivo ³Macchina Disorganizzata² del gruppo catanese Cane CapoVolto che, all¹interno di una ricerca sulle possibilità di contatto tra uomo e macchina, intende indagare lo scambio fra il suono-segnale digitalizzato (un brano da CD) e la sua matrice-sonora fisica (suono live).
Proiezione della versione integrale del video Odissey dalla campagna pubblicitaria Levi¹s 2002.
Esibizione di Tae Kwan Do.
La mostra è una produzione del Comune di Siracusa, Assessorato ai Beni Culturali, con il Patrocinio della Regione Siciliana, Assessorato ai BB.CC.AA. e P.I.. E¹ realizzata con il contributo di Banca di Credito Popolare, Siracusa (Gruppo Antonveneta); A. A. P. I. T., Siracusa; A.A.T., Siracusa; Meridiana S.p.A.
Alla sua realizzazione ha collaborato inoltre Start Project, Firenze.
Super&go è composto da Caroline Corbetta, Salvatore Lacagnina, Sergio Risaliti.

[exibart]

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