06 agosto 2016

Guai per Magnus, lo Shazam dell’arte

 

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L’avevamo annunciata ad aprile, nel momento del suo lancio. Ora Magnus, la app che è stata paragonata allo Shazam dell’arte contemporanea, che permette ad ogni art lover di fotografare un’opera con il cellulare e conoscerne all’instante autore, titolo e prezzo, è stata eliminata dallo store di Apple. Il motivo? L’accusa arriva da più fronti: secondo le concorrenti i creatori della app si sono appropriati indebitamente di informazioni da altri database, mentre alcune gallerie tedesche li accusano di aver infranto la legge sul copyright. 
Magnus Resch, il 31enne creatore della app, si dice orgoglioso del lavoro fatto per la democratizzazione dell’accesso al blindatissimo mondo del mercato dell’arte e si difende affermando di aver speso molto tempo nel rintracciare i dati e inserirli nel loro database. Cosa che secondo ArtFacts.net e Artsy, non è del tutto vera. I due siti pare abbiano trovato sulla app delle informazioni riprese dai loro archivi, Artfacts ha presentato un reclamo ad Apple riportando alcune delle informazioni copiate, tra cui alcune anche errate. Il giovane imprenditore si difende e dichiara che le informazioni rintracciabili tramite la App sono fornite dagli utenti e contrattacca affermando che era sicuro che la sua app sarebbe stata temuta dalle gallerie e dai diretti concorrenti, perché rende trasparenti delle informazioni solitamente inaccessibili. L’eroe moderno, il paladino della trasparenza ha infatti affermato: «Nonostante tutto, questo movimento verso una sempre maggiore trasparenza, che ha avuto inizio con Artnet nel 1990, non può essere arrestato. Sia che siamo chiamati a mezzo stampa, o minacciati di subire azioni legali, combatteremo e vinceremo – l’applicazione sarà di nuovo online molto presto». (Roberta Pucci)

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