31 agosto 2016

Che cosa fa l’arte che ricostruisce il tempo? Un indotto colossale. Ecco l’ultimo capitolo della storia del Parco Archeologico di Siponto, e dell’intervento di Edoardo Tresoldi

 

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I dati sono stati diffusi dal Segretariato Regionale del Mibact per la Puglia, e fanno un poco impressione visto che si parla sempre del Sud come territorio da valorizzare, ma senza uno spettro preciso sul da farsi, se non qualche zampillata di milioni. E invece stavolta l’arte contemporanea, o sarebbe meglio dire un’installazione sospesa tra artigianato, progettazione e stampo archeologico, ha donato proprio al Parco Archeologico di Santa Maria di Siponto qualcosa come 100mila visitatori in 5 mesi, con un indotto di 4 milioni di euro nei servizi intorno alla località pugliese di Manfredonia, dove si trova la vecchia Basilica Paleocristiana ricostruita in rete metallica dal giovane Edoardo Tresoldi, che grazie ai fondi del Programma Operativo Interregionale ha potuto definire con la sua personalissima tecnica il progetto “Dove l’arte ricostruisce il tempo”.
“La struttura trasparente ed evocativa, landmark unico e già tratto distintivo del paesaggio del Gargano, ha aperto nuovi scenari per la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico e archeologico. Arte contemporanea e archeologia dialogano in modo inedito mescolando efficacemente tecnica, sperimentazione ed approccio scientifico”, si legge nel nota del Mibact.
Insomma, che il contemporaneo faccia bene all’antico e al classico lo sappiamo, e questa ne è la prova, specialmente quando si legge che l’indotto è andato “oltre ogni previsione iniziale e superiore al costo dell’intera operazione di recupero e valorizzazione”. E così sia, a futura memoria.

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