06 settembre 2016

L’Indonesia al top del mercato dell’arte

 

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Quando si parla di mercati emergenti si pensa sempre alla Cina e ai paesi del Medioriente, ma tra questi sta spuntando una realtà. L’aria in Indonesia sta cambiando, cancellate il ricordo dei dipinti realizzati per i turisti che ripartono da Bali, gli artisti stanno salendo agli onori delle cronache, in particolare quelle del mercato dell’arte. Uno dei più fortunati è Nyoman Masriadi, il volto della scena artistica contemporanea indonesiana, sua l’opera che nel 2008 è stata venduta per poco più di un milione di dollari durante la classica Asian night ad Hong Kong, a poche settimane di distanza dalla crisi post Lehman Brothers. Da allora, i prezzi delle sue opere sono sempre più considerati come indicativi dello stato di salute del mercato dell’arte di indonesiano. E il ragazzo se la cava ancora bene proprio come il mercato. Nel corso degli ultimi anni, mostre, gallerie e fiere d’arte sono cresciute a dozzine tra Jakarta e la più tranquilla della città giavanese di Yogyakarta, dando supporto ad artisti per evolvere e crescere. Anche le case d’asta Christie’s e Sotheby’s hanno ampliato i loro investimenti in Asia, mentre le fiere d’arte internazionali della cui Parigi, Londra, Berlino, Venezia, Singapore e Dubai, hanno dedicato spesso dei padiglioni agli artisti provenienti da questo paese. Questi eventi hanno dato maggiore forza al panorama artistico e grazie anche alla crescita economica del Paese anche i collezionisti sono aumentati, i milionari in Indonesia sono molti di più che in Giappone. Uno di questi è Oei Hong Djien, collezionista di arte contemporanea indonesiana e proprietario del museo OHD a Yogyakarta, che è stato testimone del cambiamento della scena artistica indonesiana, raccontando: «Fino a poco tempo fa, solo i collezionisti indonesiani compravano arte indonesiana. Ma con l’arrivo della globalizzazione, l’Indonesia sta ottenendo crescente interesse da parte del mercato dell’arte internazionale». Ed il merito oltre che degli artisti e dei collezionisti è anche dei galleristi internazionali alla ricerca di lavori freschi e innovativi, come Arndt da Berlino e Arario dalla Corea del Sud. (RP)

1 commento

  1. Premetto che mia moglie e’ indonesiana di origine…ho conosciuto centinaia di indonesiani, molti di loro sono ricchi…e a loro non fotte niente ne’ dell’ arte ne’ del collezionismo. I ricchi indonesiani sono arricchiti con una preparazione culturale scolpita sul modello “hamburger americano”…a loro piace la bella vita, che ci scappi un quadro pazienza ma quando spendono soldi ( e ne spendono parecchi) comprano tutto tranne arte e se lo fanno…vogliono i ritratti delle loro famiglie da attaccare alle pareti come nel 18mo secolo…. il mercato d’ arte in Indonesia e’ florido perche’ migliaia di Americani comprano arte indonesiana come souvenir….. anche l’ India e la Cina, dove mangiano i cani…… ma che mercato dell’ arte? Non sanno la differenza tra un VanGogh e un Teomondo Scrofalo!!!! ahahahah!!!! mavavavavav….

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