16 settembre 2016

Fino al 18.IX.2016 Antologia Palazzo Buonanni, Cervinara

 

di

Antologia è, prima di tutto, un racconto. Un racconto fatto di particolari, di piccole percezioni articolate in un percorso, quasi romantico, attraverso il quale vengono trasmesse al visitatore sensazioni ed emozioni tipiche di chi si imbatte in qualcosa di nuovo, diverso, che desta sicuramente curiosità. A fare da cornice alla mostra, lo storico Palazzo Buonanni, costruito nel ‘700 da Michele Buonanni, chirurgo della Reale Artiglieria di Ferdinando IV di Borbone e tra i principali studiosi dell’infezione del vaiolo. La sua residenza irpina, chiusa ormai da anni e riaperta per l’occasione, è entrata in perfetta armonia con la natura, concedendosi ad arbusti e piante rampicanti, le cui radici selvatiche hanno abbracciato e fatto propria l’architettura, rivelando frammenti di un passato rimasto impresso negli oggetti, sulla carta da parati, nei motivi floreali di un divano, in un lampadario di cristallo. 
La cronologia e le sue stratificazioni fungono da motivo tematico-espositivo, ritornando in tutte le installazioni, concepite per dialogare con l’ambiente circostante, in un omaggio al tempo e alla natura, intesi come forze generatrici, da cui il titolo “Antologia”, dall’etimologia greca, “raccolta di fiori”. 
Flaviano Esposito, Struttura. Carta, tela, resina opalescente, 2016

 

La collettiva – nell’ambito della sezione d’arte contemporanea di CervinArte, festival diretto da Alessandro Carofano in collaborazione con la Pro Loco e il Comune di Cervinara – è articolata in quattro ambienti del palazzo, connessi da una grande sala di passaggio, che una volta era il salone, permettendo un libero percorso fruitivo, e si apre con Struttura, di Flaviano Esposito. Ispirandosi alla luce che filtra dall’esterno in un ambiente chiuso attraverso i vetri infranti, Esposito si serve dell’immaginario legato alla modellazione 3d per restituire forme biomorfe che modificano lo spazio e ne alterano la percezione, pur mantenendo una coerenza cromatica e concettuale con l’ambiente circostante. 
In Neanche a parlarne di istituirmi specialista delle mie malattie, di Vincenzo D’Argenio, opera composta da due elementi a parete e uno centrale, è ancora il tempo a essere protagonista. Come è accaduto nel Palazzo, D’Argenio mostra i segni di usura e le tracce del passato, imprimendo una fotografia materica che rivela geometrie caotiche e impreviste, derivanti dal processo naturale di ossidazione e degradazione, indotto e controllato dall’artista, su una lamina di ferro, su vetro e su tessuto. 
Gianmarco Biele con l’opera Aptica, dal greco “toccare”, introduce il visitatore in un ambiente immersivo, nel quale si intersecano diversi modi di percepire una stessa forma. Dal centro della sala, emerge un frammento di marmo rosa levigato che invita il fruitore a percorrerne le venature con il tatto, mentre sulle quattro pareti ritorna il profilo della pietra, riprodotto in scala con delle ampie campiture ottenute usando un pigmento composto da fuliggine, trovata in uno dei camini del Palazzo. Qui è la natura artefatta, l’incontro tra il materiale del marmo e l’elaborazione della scultura, a essere messa in evidenza e l’ambiente diventa parte integrante dell’opera. 
Chiude il percorso espositivo Nostos di Valentina Argia Socievole, un video sovrapposto a una stampa fotografica. Socievole apre una finestra su un altro luogo dell’abbandono, creando un’assonanza spaziale tra dove si è e dove si guarda. Ingannando tempo e spazio, vengono evocati nel visitatore nostalgia e curiosità nel mostrare, attraverso la mappatura video di una velatura di una tenda mossa dal vento, un’immagine del carcere di Procida, chiuso dal 1988.
La mostra riapre un angolo di storia della città di Cervinara ed è un momento di riflessione sulle possibilità comunicative dell’opera d’arte che, allargando la propria struttura narrativa, permette al fruitore di delineare una personale fisionomia del racconto. Come la natura, nel tempo, «ha esteso la propria struttura cellulare sugli strappi della carta da parati e tra gli interstizi del cemento» – scrivono i curatori Luciana Berti e Mario Francesco Simeone – allo stesso modo gli artisti hanno immaginato un percorso visivo in armonia col preesistente, rispettando l’identità del luogo e invitando il pubblico ad attraversare luoghi dimenticati, raccogliendone le suggestioni e ricostruendone le storie in chiave contemporanea. 
Tiziano Manna
Mostra visitata il 4 settembre 2016
Dal 4 settembre al 18 settembre 2016 
Gianmarco Biele, Vincenzo D’Argenio, Flaviano Esposito, Valentina Argia Socievole, Antologia
Palazzo Buonanni
Via Matteo Renato Imbriani – 83012 Cervinara (AV)
Orari: tutti i giorni dalle 18.00 alle 22.00 e in altri orari su appuntamento
Info: 339 3240337 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui