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Da sempre fonte di ispirazione artistica e spirituale, il paesaggio richiama a sé una forma particolare di ascolto, e coinvolge senza esclusione alcuna tutti i cinque sensi dell’essere umano. Ciascuno vede, ascolta, sente, quello che lo circonda, ma ognuno, in egual modo, trae un suo personale racconto da ciò che ha visto, ascoltato o sentito. Questo è anche ciò che da secoli, artisti, poeti, intellettuali, hanno vissuto e continuano a vivere di fronte allo spettacolare scenario dell’isola di Capri, luogo dell’anima, intimista, introspettivo, il suo paesaggio è diventato simbolo romantico.
Con l’intenzione di sdoganare una visione ormai stereotipata, è nata l’idea del “Festival del Paesaggio”, prima edizione di una manifestazione itinerante sul territorio caprese, che si conclude domani, dove mostre, eventi, installazioni, sono lo scenario di un vero e proprio laboratorio di sperimentazione artistica. Ogni anno il festival ruoterà attorno alla figura di un artista, scelto tra chi ha saputo leggere e instaurare un rapporto particolare con l’isola. A Luigi Ghirri quest’anno è andato il compito di inaugurare la rassegna con una personale curata da Gianluca Riccio e Arianna Rosica, nella pittoresca Casa Rossa di Anacapri.
A 24 fotografie, scattate nel biennio 1981-83 a Capri, il compito di guidarci nel personale percorso di scoperta caprese del fotografo. Un’isola insolita, quieta, solitaria. Una visione del paesaggio che distoglie lo sguardo dagli abituali scorci da cartolina. I luoghi rinomati, gli imponenti faraglioni, il mare di inverno ma anche angoli domestici, ci vengono presentati avvolti da un clima nostalgico e, al tempo stesso, familiare e vicino.
Un percorso espositivo semplice e diretto il cui prodotto, altro non è, che l’intimo viaggio dell’anima di Ghirri.
Si unisce a questo significativo viaggio la mostra “Paesaggi”, sempre ospitata presso la Casa Rossa, in cui opere di artisti contemporanei – come Gianfranco Barucchello, Sandro Chia, Gianluca di Pasquale, Goldshmied & Chiari, Angelo Mosca, Ettore Spalletti, Michele Tocca e altri che hanno partecipato, negli anni, a “Travelogue”, un programma di residenza d’artista e workshop – dialogano con coerenza con una selezione di opere della collezione ottocentesca del comune di Anacapri, in una schietta contrapposizione tra la visione leggendaria e mitica di Capri e le personali e inusuali rappresentazioni, che aprono lo sguardo verso nuove interpretazioni.
E “OPEN” è anche il nome della mostra che ha visto i protagonisti della residenza di quest’anno, Stefano Arienti e Liliana Moro, realizzare due installazioni site-specific come rilettura e confronto diretto con la natura, con la volontà di ridefinire un nuovo paesaggio, la stessa volontà che è alla base di tutta la rassegna e di cui le tre mostre presentate ne hanno tracciato con evidente linearità le linee guida da seguire. (Annachiara De Maio)