27 settembre 2016

Pierre Huyghe, l’artista che ha spalancato il concetto di scultura. E che vince il Nasher Prize 2017, in attesa del progetto parigino con Tino Sehgal

 

di

Il premio è uno dei più prestigiosi nel campo, e lo scorso anno era stato assegnato a Doris Salcedo. Stavolta è invece Pierre Huyghe a portarsi a casa i 100mila dollari assegnati dal Nasher Sculpture Center di Dallas per l’omonimo premio annuale, che vuole riconoscere i migliori artisti che operano proprio nella scultura contemporanea.
Il lavoro di Huyghe, nato a Parigi nel ’62 e che vive tra il Cile e New York, (di cui ricordiamo l’ampia retrospettiva al Centre Pompidou nel 2013, la consacrazione con Documenta Kassel nel 2012, foto sopra) è stato spesso descritto associato all’estetica relazionale, termine coniato da Nicolas Bourriaud per descrivere la teoria di un’arte che sussiste sulle interazioni umane, intime, ma anche politiche. 
Una definizione perfetta per l’approccio perturbante di Huyghe, che lavora sulle gravi questioni ecologiche e sociali che affliggono il nostro pianeta, legando alla scultura una potenzialità sciamanica.
Per quanto posso sto cercando di stare lontano dall’idea modernista dell’oggetto-autonoma: ho sempre cercato di pensare in un modo che abbia a che fare con le cose che sono in formazione, in un processo di cambiamento, e non nella forma definitiva. Un bel riconoscimento, prima di stupirci con qualcosa di nuovo: Huyghe sarà infatti in scena a Parigi, nella mostra di Tino Sehgal al Palais De Tokyo, dove porterà un progetto che comprenderà un materiale strabiliante quanto inquietante: cellule tumorali viventi, donati dall’Istituto Curie.

1 commento

  1. Marian Goodman su tutti si conferma fra le gallerie più dinamiche e capaci di proporre (imporre) i suoi artisti, che siano poi così innovativi e bravi è da capire, ma sicuramente sono come il prezzemolo…

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui