29 settembre 2016

PREMIO MAXXI, AGAIN!

 

di

Ancora ho negli occhi e nel cuore la giornata intensa con la
parata di Marinella Senatore di due anni, fuori e dentro le grandi sale del
Maxxi, decine e decine di persone a dare vita ad una performance di grande
impattivo visivo.

Il premio Maxxi ritorna domani, festeggiando i suoi 15 anni
di vita! Una storia lunga che ha seguito il cammino a volte tortuoso del museo,
chiamandosi prima Premio per la Giovane Arte e poi Premio Maxxi. Per chi da
qualche anno bazzica in questo ambiente i ricordi si affastelleranno uno sopra
l’altro, in una memoria che arriva sino alla prima edizione con i lavori di
Arienti di Bartolini di Vezzoli, in mostra nell’Ala mazzoniana della stazione
Termini, perché il Maxxi come progetto in sé era nato, ma in realtà si doveva
ancora costituire il luogo. Le edizioni successive si fecero poi in quelle che
erano le sale di Via Guido Reni, con lavori sempre molto interessanti, specchio
reale del contemporaneo. Il Premio negli anni cambia connotati, e se prima
tutte le opere finaliste venivano acquisite, dal 2010, con l’apertura del museo
vero e proprio, si cambia il nome e si cambia il regolamento, con una mostra di
quattro finalisti e la vittoria di uno solo, e la sua relativa acquisizione. Un
premio, prima e anche dopo, che ha portato in questa città sempre più
dissestata, una ventata di bellezza, di entusiasmo, di gioia. Se le edizioni
passate hanno permesso al Maxxi di integrare la collezione con opere di Charles
Avery, di Margherita Manzelli, di Nico Vascellari e tanti altri, dal 2010 al
2014 solo tre artisti vincitori. Ricordiamo nel 2010 il lavoro duro spigoloso
fortemente politico di Rossella Biscotti dal titolo Il Processo, in memoria del
processo famoso del 7 aprile che vide coinvolti i leader di Autonomia Operaia.
L’artista presentò alcuni calchi in cemento armato di porzioni della sala. Nel
2012 Giorgio Andreotta Calò con il lavoro Prima che sia notte. Un lavoro quasi
impossibile da raccontare, esperienza quasi mistica per chi lo ha vissuto. Uno
spazio, la sala aggettante, completamente al buio, con un corrimano utile per
tenersi. Gli spettatori in questa enorme scatola nera, negazione di una
architettura così imponente e così importante, a contatto solo con l’acqua,
elemento necessario a creare un ribaltamento dell’immagine sulla parete.

 Si arriva poi al
2014, quando incredibilmente vince il premio Marinella Senatore, un’artista di
grandissime capacità, una delle più conosciute artiste italiane all’estero. La
Senatore, lo ricordo come fosse oggi, invase letteralmente gli spazi del museo,
creando in ogni pertugio, sala, scala del museo, una sensazione di grande
empatia con gli spettatori.

Domani Riccardo Arena, Ludovica Carbotta, Adelita Husni-Bey, ZAPRUDER
filmmakersgroup,-finalisti del Premio Maxxi 2016, e una nuova, mi auguro, bellissima mostra, con una sezione
dedicata a tutte le vecchie edizioni. Un tuffo nel passato, imperdibile. 

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