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Il premier Matteo Renzi, a più riprese ha commentato sul sisma del 24 agosto un “tornerà tutto a posto, allo stesso posto di prima”. Una contraddizione, anche a livello filologico potremmo dire, visto che l’Italia, le sue città e il suo paesaggio sono state oggetto di sedimentazioni millenarie di storie, culture, influssi differenti e, ovviamente, di tutti i correlati.
Fatta questa precisazione, da molti forse raccolta come una speranza di normalità, c’è forse invece da sperare che – prima o poi – i tesori di Amatrice, Accumoli e di tutti gli altri paesi d’Abruzzo e del Reatino colpiti dal sisma, possano tornare alle loro dimore.
Oggi, per esempio, arriva la notizia di un nuovo recupero: i tecnici delle squadre rilevamento danni del MiBACT insieme ai restauratori dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro e dell’Opificio delle Pietre Dure, con la collaborazione dei vigili del fuoco e i carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale, hanno raccolto le opere conservate presso il Palazzetto del Podestà, sede del Comune di Accumoli (due trittici datati ‘300 e rimaneggiati nel ‘600, un gruppo ligneo e due sculture anch’esse lignee) così come poi è stato portato a termine il recupero delle opere d’arte della chiesa di Santa Maria della Misericordia, e anche qui ci sono – tra le altre – una grande tela con la Madonna del Carmelo del XVII secolo, della statua lignea di Sant’Emidio del XIX secolo e di alcuni frammenti di decorazione plastica del controsoffitto crollato della navata centrale. “Esprimo sincero apprezzamento per gli organi cha hanno compiuto questo lavoro che permette di preservare l’anima stessa di queste comunità”, ha riportato in una nota il Ministro Franceschini. Sperando nel ricollocamento.