26 ottobre 2016

Musei per frontalieri

 
Di nuovo i Sindacati attaccano le intenzioni del Mibact. Sul piatto? Di nuovo i direttori stranieri a capo dei musei italiani, che non rispetterebbero i nostri professionisti. Confinati al confino, è proprio il caso di dirlo

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Giuseppe Urbino, Segretario Nazionale della Confsal-Unsa Beni Culturali, tira in ballo gli svizzeri che non vogliono frontalieri italiani a “rubare” lavoro alla Confederazione Elvetica. Il paragone? Con i direttore dei musei italiani che, secondo le intenzioni di Franceschini, potrebbero tranquillamente essere stranieri, come accaduto nel caso dei venti primi musei autonomi, a partire da Brera e Uffizi, capitanati oggi dall’americano e dal tedesco.
“Veramente poco riguardoso nei confronti dei dirigenti del MiBACT scegliere professionisti stranieri, quando i nostri specialisti sono apprezzati da tutto il mondo e come se non bastasse, alcuni peraltro risultano essere privi dei requisiti minimi (titoli, specializzazioni, l’anzianità di servizio, ecc.) e tutto questo purtroppo è avvenuto in sordina da parte dei mass-media e parte della stampa consenziente”.
Incriminata ci sarebbe una incompetenza che riguarda sia l’organizzazione del personale, che la gestione, e i sussidi di ogni tipo “sia economico che di risorse umane per affrontare l’ordinarietà”. Lo stato, insomma, paga anche per quelle istituzioni che, proprio dotate di questa “autonomia”, dovrebbero sapersela cavare perfettamente da sole.
“Ancora una volta prevale lo strapotere di una classe politica, che si dimostra bieca e sorda alle rimostranze del personale del MiBACT, che si vede scavalcare da personale esterno e per giunta privato della propria specificità professionale, mentre viene da chiedersi come mai i necessari ” sussidi” non potevano essere concessi anche prima dell’arrivo dei nuovi direttori”.
Idem con patate la storia delle concessioni: secondo i Sindacati anche questo capitolo non solo è ben chiaro nelle intenzioni, ma non fa nulla per smentire l’andazzo: “Il Mibact non ha dato disposizione per i bandi per le nuove concessioni dei servizi aggiuntivi nei musei, scaduti da oltre 5 anni”. E in mano ai soliti noti, ancora. Cosa succederà ora, con i nuovi poli autonomi, e chi verrà scelto? Qualcuno ascolterà le critiche? (MB)

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