17 ottobre 2016

Fino al 31.X.2016 Ciro Vitale, Mediterraneomare. Naufragio occidentale Cripta del Purgatorio, Scala

 

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A Scala, comune incastonato tra le alture della costiera amalfitana, in provincia di Salerno, prende il via “#Incripta”, un nuovo progetto dedicato all’arte contemporanea e ospitato nei suggestivi ambienti altomedievali della Cappella del Purgatorio. “Mediterraneomare. Naufragio occidentale” di Ciro Vitale (Scafati, 1975) è la prima mostra della rassegna curata da Maria Giovanna Sessa, in cui l’unità e la coesione dettate dal titolo vengono dislocate in elementi frammentari lungo il percorso di visita. Al centro vi è il Mediterraneo, il quale accoglie e fa riemergere le storie di quanti hanno trovato la vita seguendone le correnti ma anche di coloro per i quali le acque sono state fatali. Ciò che viene soltanto suggerito dall’artista è la percezione di un dramma destinato a perpetrarsi all’infinito, in bilico tra i noti avvenimenti che caratterizzano i flussi migratori e la transitoria condizione umana, un rebus che assume le sembianze di una vanitas moderna. Ed è il mare, bussola dell’umanità, il richiamo al quale ogni oggetto fa riferimento, a cominciare dal teschio, interamente composto di sale, che conduce idealmente verso quella terra promessa carica di speranze e inquietudini, in questo caso rappresentata dall’iconica Isola dei Morti dello svizzero Arnold Böcklin, al centro della videoinstallazione corredata dal suono delle onde, per amplificare e riverberare la metafora luttuosa della traversata. 
Ciro Vitale, MEDITERRANEOMARE. Naufragio Occidentale, veduta della mostra, 2016
La forza evocativa di Vitale risiede nella stretta correlazione tra le opere e il luogo nel quale esse prendono vita, in un contagio continuo tra la sua espressione artistica, fortemente politica, e le tracce della storia di quell’ambiente. In un primo momento è fondamentale riscontrare la posizione occupata nello spazio dagli elementi: se da un lato il teschio giace su di un piedistallo, protetto da una teca, al centro di un’abside, innalzato, quindi, a emblema intoccabile della morte, dall’altra, addossata alla colonna, sul pavimento, è posizionata la corda di abiti intrisi di acqua di mare, come tassello portante, pronto all’uso, che fa scattare l’intima coscienza di una salvezza possibile. La stratificazione di significati insiti nel tessuto della mostra, assume un’estensione estremamente inclusiva, in cui lo spettatore viene sollecitato anche attraverso diverse esperienze sensoriali, non soltanto visive o sonore ma anche tattili e di interazione, proprie del linguaggio utilizzato dall’artista. Ognuno, infatti, calpestando il sale disposto sul pavimento, giunge al culmine del percorso di visita, nel secondo ambiente della mostra, dove vi trova, ancora una volta, un’immagine sul filo tra vita e morte. Il tavolo di metallo, austero, traforato, è connesso a una resistenza che viene innescata dalla semplice presenza del visitatore, riscaldando la cera disposta su di esso. Quest’ultima, nel suo lento disfarsi, si accumula al di sotto del piano, generando forme precarie rassomiglianti all’Isola, o alle isole, dove approdano tutti i naufragi occidentali. 
Annapaola Di Maio
mostra visitata il 31 agosto 
Dal 1 settembre al 31 ottobre 2016 
Ciro Vitale, Mediterraneomare. Naufragio Occidentale
Cappella del Purgatorio-Supportico San Lorenzo, Scala (SA)
Orari: aperto tutti i giorni, dalle 9 alle 14

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