23 ottobre 2016

KW, ovvero come rinnovare la cultura a Berlino. Raddoppiando i fondi a disposizione, per esempio, e aspettando la Biennale 2018

 

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L’Istituto Kunst-Werke per l’arte contemporanea (KW), che organizza la Biennale di Berlino, è forse una delle istituzioni più conosciute della Capitale tedesca, e ha chiuso i battenti fino a gennaio per consentire una ristrutturazione e un rinnovamento sotto la guida del suo nuovo direttore, Krist Gruijthuijsen. A restare aperti, nell’edificio-chiave del Mitte, solo il Café Bravo.
Ma in realtà, le mire sono ben più ampie che una semplice spolverata degli spazi: in ballo che un rifinanziamento da parte della città di Berlino che raddoppia, mentre visto che l’istituzione ha sempre di più consolidato la sua immagine grazie al suo essere “main space” della Biennale, “è stata una logica conseguenza ripensare la struttura organizzativa e finanziaria per mantenere la sostenibilità futura di entrambe le istituzioni”, ha riportato il direttore Gruijthuijsen, insieme al capo della Biennale, Gabriele Horn. 
Un restauro lampo: il KW riaprirà il 19 gennaio, “in pieno vigore”, e le modifiche si inseriranno nel contesto per evidenziare”uno spazio per la raccolta, lo scambio e la comunicazione”. E da gennaio tornerà anche il Pogo Bar, famoso per la scena dei party techno illegali degli anni 1990, tra gli eventi che ogni giovedì accompagneranno l’ambiente, progettati dall’artista di Los Angeles Robert Wilhite. E una sovvenzione dalla Fondazione Lotteria di Berlino, che possiede l’edificio, consentirà ulteriori lavori di ristrutturazione prima della biennale 2018. E viva il KW! 
KW Institute of Contemporary Art in Berlin. Photo: Fette Sans

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