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L’hanno sbeffeggiato i “nobili” della letteratura, perché ha lui – menestrello, cantautore, uomo di spettacolo, paroliere (così è stato definito), il Nobel l’ha vinto.
Parliamo ovviamente di Bob Dylan, che dopo un mese dall’annuncio rompe il silenzio annunciando a sua volta che non andrà a Stoccolma a ritirare il Premio perché “occupato in precedenti impegni”.
Qualcuno dirà grande, qualcuno buffone. Fatto sta che Dylan ha però preso carta e penna e ha avvisato l’Accademia, dicendosi “estremamente onorato dispiaciuto” di non poter partecipare di persona alla cerimonia.
L’Accademia svedese, probabilmente presa in contropiede nell’annunciare quest’ultima uscita del cantautore, ha aggiunto solamente che spera che Dylan possa comunque, entro sei mesi, dare la “Nobel Lecture”.
Tutto, comunque, appare in piena linea con il comportamento osservato in questa occasione. Nei giorni immediatamente successivi all’assegnazione del riconoscimento, il 13 ottobre scorso, Dylan si era reso irreperibile e soltanto dopo una settimana il musicista si era deciso ad accettare, con un piccolo riferimento in una pagina del suo sito, rimosso poco dopo con conseguente valanga di critiche. E il fatto che un “Nobel” non ritiri il premio è un fatto eccezionale. Un po’ come il Nobel per la Letteratura a Bob Dylan? Mah.