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«Sento la mia partecipazione alla Biennale di Venezia come una vittoria per la fotografia belga, che non ha mai avuto una vasta piattaforma internazionale nell’ambito delle arti visive. Al giorno d’oggi ognuno è in grado di scattare buone fotografie e le persone sono realmente interessate solo ai risultati finali. Mi oppongo a questa tendenza sottolineando l’esplorazione del mezzo. Le mie foto sono come bombe inesplose, cariche e piene di energia repressa». Così Dirk Braeckman, in merito alla sua nomina come rappresentante del padiglione del Belgio alla 57esima Biennale di Venezia.
Dopo le passate edizioni con artisti come Vincent Meessen o Berlinde De Bruyckere, è ora – per il Ministero alla Cultura belga – di queste fotografie monumentali che non dicono nulla, ma suggeriscono intere storie.
Braeckman creerà una nuova serie di immagini per la Biennale, adattando la loro presentazione all’architettura del padiglione. Sul piatto i temi della produzione di massa e dello stesso consumo di immagini. Da comunicato, poi, si legge che sia Dirk Braeckman, che la curatrice Eva Wittocx, lavoreranno per “creare un senso di tranquillità nel padiglione belga, consentendo ai visitatori di concentrare la loro attenzione sulle immagini”.
E dopo Venezia Braeckman (nato nel 1958), sarà presentato nei primi mesi del 2018 in una doppia mostra al Bozar di Bruxelles e all’M-Museum di Leuven, dove Wittocx è Senior Curator dal 2009.
Dirk Braeckman, 27,1 / 21,7 / 045/2014 , 2014. Per gentile concessione di Zeno X Gallery, Anversa