20 novembre 2016

Prima candelina per la Honos Art di Roma. Tre domande al gallerista Joan Carlos García Alía, guardando al futuro, anche del mercato

 

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La galleria Honos Art, con sede nel centro storico di Roma, sta per compiere un anno di vita. Abbiamo chiesto al gallerista Joan Carlos García Alía (sopra) di parlarci dei primi 365 giorni di attività, ci ha raccontato uno spazio fisico e virtuale proiettato al futuro, con uno sguardo sempre attento e molto deciso verso l’estero.
Qual è il bilancio dell’anno passato e come pensate di festeggiare?
«Abbiamo aperto le porte della nostra galleria il 21 novembre 2015 con un’importante esposizione di Renzo Bellanca dal titolo “Everywhere, Nowhere”, un imponente lavoro intorno alle cartografie fisiche e mentali giocato su una raffinata rarefazione della materia pittorica. Poi ne sono seguite altre, fino ad arrivare a un totale di sette mostre – due di fotografia e cinque di pittura – e 197 opere esposte. Il bilancio? Eravamo consapevoli delle difficoltà di aprire uno spazio di arte contemporanea a Roma. Grande città, ma un tantino sonnolenta verso le nuove tendenze. Tuttavia non ci perdiamo d’animo e valutiamo positivamente il primo anno di attività, ci siamo fatti conoscere e abbiamo creato una squadra composta finora da diciotto artisti. Il capitolo vendite sta iniziando a dare i primi risultati positivi, grazie alla combinazione dei canali web e del lavoro di galleria. Abbiamo pensato di festeggiare quest’importante ricorrenza insieme ai nostri artisti, ai collezionisti e al nostro pubblico in occasione del vernissage della collettiva “Honos presenta Honos”, in programma per il prossimo 3 dicembre».
Qual è il modello di ispirazione di Honos Art e quali progetti avete per il futuro?
«Siamo nati a Roma ma vogliamo partire da Roma. Il nostro progetto non nasce per essere rinchiuso entro le Mura Aureliane. Ci ispiriamo alle grandi gallerie internazionali che offrono qualità in chiave contemporanea. Oggi l’essenza dell’arte non risiede più nella rappresentazione della forma, ma nell’atto del pensiero. I nostri progetti nascono per fare viaggiare le grandi mostre della produzione Honos Art. In tal senso abbiamo già preso accordi con importanti fondazioni e musei, anche archeologici, per esporre nuovamente le mostre da noi prodotte. Un altro progetto è quello di iniziare, già nel 2017, a partecipare a importanti fiere d’arte, in Italia e all’estero».
Honos Art commercia opere d’arte anche tramite un sito di eCommerce. Riuscite a coinvolgere compratori con la piattaforma online? Sono italiani o stranieri?
«Vogliamo e dobbiamo allargare i nostri confini. Il nostro collezionista non deve essere necessariamente romano, né italiano, né tantomeno europeo. Abbiamo dato molta importanza, sin dal primo momento, ad avere con noi una piattaforma online costantemente aggiornata che ci consentisse di arrivare a tutti coloro che amano l’arte contemporanea. Gli acquirenti, per ora sono europei, ma di recente abbiamo preso accordi con la piattaforma americana Artsy per aumentare il nostro raggio d’azione. Da qui e dal continuo investimento in nuovi software stanno arrivando risposte incoraggianti. Riceviamo in media 15mila visite ogni mese di persone interessate e attratte dalle nostre proposte». (gt)

In home page: Bruno Aller “RI/TRATTI” a cura di Daniela Fonti

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