22 novembre 2016

A TEATRO

 
A Bologna va in scena una retrospettiva sui Motus. Per festeggiare i 25 anni
di Giulia Alonzo

di

Hello, stranger
It seems so good to see you back again
…cantava nel 1963 Barbara Lewis. Dal titolo di questa dolce canzone ha preso spunto il comune di Bologna per omaggiare i 25 anni dei Motus, la compagnia teatrale fondata da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò a Rimini nel 1991, che nella sua lunga attività ha segnato, e continua a segnare, tappe importanti per il teatro italiano. Più che al testo della Lewis (come dichiarato dal Comune) il progetto sembra ispirato alla fotografia scattata da Terry Richardson a un cartellone pubblicitario  che riporta la scritta “Hello Stranger”: quel saluto, che apre a una terra di confine e non identificata, diventa emblema della poetica del gruppo riminese, che dai margini porta in superficie tematiche scomode e di estrema attualità.
Hello Stranger si è ufficialmente aperto il 18 ottobre in occasione di Vie Festival (la rassegna di teatro, danza, musica e cinema nata nel 2005 che anima le province di Bologna e Modena a inizio autunno) e proseguirà fino alla fine di dicembre: il progetto vuole ripercorrere questi 25 anni di storia, non solo attraverso il teatro, ma anche con video, installazioni e mostre. Una retrospettiva a tutto tondo, per dare conto della complessità del lavoro del gruppo.
Per festeggiare, anziché limitarsi a spegnere le candeline, i Motus hanno occupato una suite del Carlton di Bologna. In realtà non sono nuovi agli alberghi di lusso: nel 2002 avevano portato in scena nella suite di alcuni grandi alberghi, dal Gran Hotel di Rimini al Plaza di Roma, Splendid’s del drammaturgo francese Jean Genet, con un cast interamente maschile. L’idea iniziale era quella di riadattare il testo al femminile, ma è scattato il veto degli eredi. Così è nato Raffiche, più liberamente ispirato al testo di Genet, con una riscrittura di Magdalena Barile e Luca Scarlini. 
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Neanche il tempo di uscire dall’ascensore del sesto piano del lussuoso hotel di via Montebello di Bologna che due donne, sexy e armate, indicano la strada verso una delle camere. Otto guerrigliere – Silvia Calderoni (Jean), Ilenia Caleo (Rafale), Sylvia De Fanti (Bravo), Federica Fracassi (il Poliziotto), Ondina Quadri (Pierrot), Alexia Sarantopoulou (Riton), Emanuela Villagrossi (Scott), I-Chen Zuffellato (Bob) – sono le Raffiche, un gruppo di lotta armata rivoluzionaria che vuole abolire le maschere sociali attraverso il cambiamento linguistico e abbattere definitivamente l’ingabbiamento con il quale la società impone limiti e convenzioni. La definizione del sesso diventa un cliché, così come la lettura di libri e l’ascolto di musica. Ogni cosa è stilema di un individuo, inquadrato dalla società perché agisca in un determinato modo. Ma come uscire da questo circolo vizioso? Lottare contro il potere? E chi è questo potere? Fin dagli albori della storia gli individui hanno confezionato sistemi gerarchici con i quali evitare il caos, creare una comunità e tentare di sopravvivere. L’evoluzione è stata lunga, ma il bisogno di struttura è intrinseco.
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Raffiche è una parodia dall’umorismo tagliente e spiccato, che a volte si avvicina al musical, malgrado il tema drammatico. Dimostra che un mitra puntato verso il nemico finisce poi per essere puntato contro noi stessi: le lotte diventano interne e la libertà di comportarsi al di fuori dei ruoli è solo una illusione. La lotta al potere diventa lotta a una società che usa le persone per creare le proprie opportunità. Ma non fanno altrettanto i rivoluzionari? Se combattendo ci si imprigiona in ruoli che determinano condizioni e gerarchie, quale diventa il potere da combattere? Come si fa a uscire da questo ingabbiamento?
I Motus, ancora una volta, con un adattamento e una regia apparentemente leggeri e immediati, pongono le basi per un nuovo manifesto dell’uso del corpo, icona primaria della gabbia sociale. Un corpo che muta, che agisce e che si ribella, cercando una via d’uscita dal girl power verso nuove direzioni, ancora da raggiungere. Negli spettacoli precedenti, i Motus hanno esplorato il rapporto tra il reale e l’immaginario, la dimensione politica e mediatica, le problematiche di genere, con inesauribile e provocatoria radicalità. Raffiche, facendo conflagrare la rivolta politica e la rivolta sessuale, la capacità dei Motus di scandagliare e mostrare il contemporaneo. 
Il progetto Hello Stranger continua a Bologna fino al 31 dicembre.
Raffiche sarà ancora in scena a Rimini dal 5 al 7 gennaio 2017.
http://www.motusonline.com

Giulia Alonzo

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