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Il titolo? “Mirrored”. Il curatore? Mats Stjernstedt. Gli artisti? Siri Aurdal, Nina Canell, Charlotte Johannesson, Jumana Manna, Pasi “Sleeping” Myllymäki e Mika Taanila.
Il Padiglione Nordico, dopo tre biennali, torna insieme e Svezia, Finlandia e Norvegia, in laguna, saranno così rappresentate sotto lo stesso tetto. Il tema? Uno specchio dell’urbanità, una mappatura delle connessioni che sostituiscono i confini nazionali e regionali, e dunque come la pratica artistica può situarsi in questi interstizi sociali.
Secondo Stjernstedt le installazioni degli artisti invitati a rappresentare i Paesi giocheranno con l’architettura del Padiglione Nordico, con i suoi elementi interni ed esterni, esplorando materiali industriali, spazio digitale, o esperimenti di design con immagini in movimento, un po’ come accade nei lavori dei tre più giovani: Mika Taanila, Nina Canell e Jumana Manna, che condividono un interesse simile in fatto di urbanistica, trasformando materiali e contenuti politici. Come sarà lo vedremo, nonostante l’impressione sia quella di una sorta di reminescenza d’architettura. Che si sia sbagliato stagione, o davvero il dialogo tra arte, geografia e urbanistica è così imprescindibile?
Sopra: Nordic Pavillion, Photo: Åke Eson Lindman