Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Avete presente Generazione X (1991), Microserfs (1995) e Girlfriend in a Coma (1998)? Esatto, l’autore era Douglas Coupland, che dai primi anni del 2000 è anche – e soprattutto -un artista. Un artista decisamente sui generis, visto che si è inventato anche una competizione per rintracciare il sosia di Vincent Van Gogh.
Esatto, Coupland, dalla scorsa estate, ha indetto il contest “I am Vincent” e in tutto il mondo ha cercato “somiglianti”. Risultato? L’ha trovato, nella persona di Daniel Baker (nella foto di home page, e sopra con l’artista) di Dorset (UK), che ha vinto su oltre mille e 250 iscritti da 37 Paesi, e si è portato a casa 5mila dollari, e avrà anche un suo busto in bronzo a fare da testimone di questa identità così epidermicamente vicina al grande pittore.
L’ispirazione per il progetto è nato dalla passione di Coupland per i soggetti dai capelli rossi e il fatto che essi siamo rari in natura, come le uve Pinot Nero coltivate da Martin’s Lane Winery a Ione, Canada, luogo dove finirà il busto di Baker.
Il famoso gene “recessivo”, insomma, ha portato fortuna all’uomo del Regno Unito, e un po’ di celebrità alle imprese – in apparenza un poco strampalate, di Coupland.