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Non serve Ai Wei Wei per far capire al mondo il dramma che si consuma quasi quotidianamente nel Mare Nostrum, nel Mediterraneo, bacino dove sono fiorite alcune delle più virtuose civiltà del pianeta. Basterebbe ogni tanto fermarsi a guardare certe immagini, senza bisogno di trasportare gommoni a Berlino, stendersi sul bagnasciuga nella risacca del mare come il piccolo Aylan, trovato morto sulla costa dell’isola di Lesbo.
Guardare ad esempio questa immagine, una giovane mamma ha ritrovato il figlio dopo essere stati entrambi salvati da un’imbarcazione partita dalla Libia. C’è spesso un cortocircuito visivo in queste fotografie. Il colore oro dei teli con cui vengono coperti i profughi stride vistosamente con i loro volti, e le loro storie. Sembra un paradossale contrappunto cromatico. Oro e miseria. Oro e rischio di morire. Oro e profitti fatti sulla disperazione.
L’oro è diventato il colore della paura.