29 novembre 2016

Quale voce per l’arte di Cuba?

 
Morto il "lider maximo", muore il regime? Difficile crederlo, almeno per ora, nonostante l'ingresso americano alle porte con Trump che insiste per nuove concessioni. E qualche nuova storia di cronaca condisce il tutto

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Chissà ora quale sarà la sorte per quegli artisti dissidenti e che, in questi anni, hanno spesso rotto le uova nel paniere della favolosa Cuba delle libertà negate. Dopo la morte di Fidel, infatti, qualcosa forse cambierà, anche se per ora pare tutto stazionario: Danilo Maldonado Machado, Aka El Sexto, che già si era fatto “riconoscere” come agitatore, come la sua collega Tania Bruguera del resto, tanto per cambiare, è stato arrestato anche stavolta.
Complice? Sarà stata la voglia di farsi notare, visto che nel silenzio surreale di sabato scorso è andato in giro per La Habana gridando, di tanto in tanto “Abajo Fidel, Abajo Raul”.
Il ragazzo che, già nel 2014 era stato messo al fresco per “mancanza di rispetto dei leader della rivoluzione”, insomma, ne ha fatta un’altra delle sue. E forse anche questo è sintomo del fatto che, ancora, siamo ben lontani dalla normalità. Pare inoltre che ora, Maldonado, sia stato messo a Villa Marista, prigione conosciuta per raccogliere i prigionieri politici. Sarà stato anche che El Sexto ha cercato di uscire da Cuba per andare ad Art Basel Miami, dove espone con la danese Agerled? Anche qui respinto e costretto a restare in patria. I panni sporchi si lavano in famiglia. (MB)

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