Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Era nato a Dakar, in Senegal, 81 anni fa. Alla fine degli anni ’50 aveva lasciato il suo Paese per andare a Parigi, lavorando come infermiere e fisioterapista.
Poi l’arte, come autodidatta, senza dimenticare mai questa approfondita conoscenza del corpo umano. Strana storia quella dello scultore Ousmane Sow, che nella sua carriera passò dagli studi medici a Documenta IX, nel 1992 invitato da Jan Hoet, e che nel 2009 mise in vendita alcune sue opere da Christie’s a Parigi per finanziare la costruzione di un museo personale a Dakar, dedicato ai grandi uomini. Le sue figure, i suoi grandi uomini, composti da un’armatura di metallo, paglia, tela di iuta e altri materiali, spesso ispirate ai popoli dell’Africa, gli diedero la fama internazionale però nel 1999, quando la sua retrospettiva al Pont des Arts di Parigi viene vista da qualcosa come 3 milioni di spettatori. “Ha preso con sé i suoi sogni e progetti andando via, il suo corpo era troppo stanco per restare”, ha detto il suo entourage.