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Il governo francese ha aderito a un trattato internazionale per la protezione dei beni storici e artistici nelle zone di guerra, a 17 anni dalla sua stipulazione all’Aia. La decisione è stata presa per contrastare i sempre più numerosi attacchi terroristici al patrimonio culturale e il crescente traffico illegale di opere d’arte. La Francia, insieme agli Stati Uniti e al Regno Unito, era stata tra i paesi che avevano rifiutato di aderire al secondo protocollo della Convenzione dell’Aia per la salvaguardia dei beni culturali in tempo di guerra del 1954, firmato nel 1999 da 37 nazioni, tra cui anche l’Italia, sotto il patronato dell’Unesco.
Il dietrofont francese sembra essere stato spinto dall’attacco del gruppo Stato Islamico al museo di Mosul e nell’antica città di Nimrud, in Iraq. Un modus operandi che rende ancora più necessario un coordinamento internazionale ed efficace che sia in grado di arginare le barbarie degli estremisti nei confronti del patrimonio storico e artistico.
Il secondo protocollo era stato stipulato dopo la guerra del Golfo e quella nei Balcani e aveva esteso l’efficacia della convenzione anche in caso di guerra civile, attribuendo un’immunità speciale ad alcuni siti particolarmente rilevanti, come il Castello di Windsor, il Louvre, la Reggia di Versailles o il Taj Mahal. Le nazioni che hanno aderito al trattato devono assicurare la salvaguardia dei siti culturali adottando piani strategici di emergenza per proteggere gli edifici storici e per trasferire le collezioni d’arte in caso di conflitto. Il protocollo era stato criticato perché impone diverse restrizioni alle operazioni militari, ma ora anche la Francia sembra averne capito l’importanza. Meglio tardi che mai! (gt)
Fonte: The Art Newspaper