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Un gruppo di fondamentalisti russi ortodossi e di animalisti hanno preso di mira una mostra di Jan Fabre all’Hermitage di San Pietroburgo. Al centro della protesta le oltre duecento opere dell’artista belga – conigli, cani, gatti e uccelli imbalsamati – sparse tra i dipinti dei grandi pittori fiamminghi del passato esposti nel museo.
Le didascalie di installazioni come “Il carnevale dei cani abbandonati morti” (2006) o “La protesta dei gatti randagi morti” (2007), spiegano chiaramente che le opere di Fabre non sono altro che una denuncia contro la crudeltà sugli animali, ma a quanto pare tale precisazione non è bastata a fermare le proteste degli attivisti. Il direttore dell’Hermitage Mikhail Piotrovsky ha difeso i lavori dell’artista, sottolineando che il loro chiaro significato. L’artista non è nuovo a critiche di questi genere, già nel 2012, nella sua città natale Antwerp si era scontrato contro l’ira degli animalisti dopo una performance in cui lanciava in aria alcuni gatti terrorizzati e miagolanti. Forse Fabre dovrebbe iniziare a chiedersi come mai le sue installazioni non sempre riescono a trasmettere il messaggio voluto. (gt)
Fonte: The Art Newspaper