05 dicembre 2016

L’Italia ha detto NO. Il Premier Matteo Renzi si dimette, Grillo e Salvini chiamano il voto. E ancora il Paese si ferma

 

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«Oggi il popolo italiano ha parlato, ha parlato in modo inequivocabile. Ha scelto in modo chiaro e netto e credo che sia stata una grande festa per la democrazia. Le percentuali di affluenza sono state superiori a tutte le attese. È stata una festa che si è svolta in un contesto segnato da qualche polemica in campagna elettorale, ma in cui tanti cittadini si sono riavvicinati alla Carta costituzionale, al manuale delle regole del gioco, e credo che questo sia molto bello, importante e significativo», così ha parlato il premier Matteo Renzi, annunciando la necessità di intraprendere un “nuovo cammino”, dopo la sconfitta del Sì al Referendum Costituzionale.
Vi abbiamo già raccontato di questa “festa” partecipata nel nostro Fatto; ora sa da vedere quali invece saranno i fatti per l’Italia: «Abbiamo ottenuto milioni di voti, ma non stati stati sufficienti. Volevamo vincere, non partecipare e allora mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta e dico agli amici del Sì che ho perso io, non voi».
Renzi, insomma, ammette la bruciante sconfitta e non le manda a dire: «L’esperienza del mio governo finisce qui. Credo che per cambiare questo sistema politico in cui i leader sono sempre gli stessi e si scambiano gli incarichi ma non cambiano il Paese, non si possa far finta che tutti rimangano incollati alle proprie consuetudini prima ancora che alle proprie poltrone. Volevo cancellare le troppe poltrone della politica: non ce l’ho fatta e allora la poltrona che salta è la mia».
Oggi pomeriggio le dimissioni, che verranno consegnate al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ora, tra chi dice che ha “vinto la democrazia” e l’ormai ex premier che ricorda le leggi approvate durante il suo mandato, ci sarà di nuovo da “rifare” il Paese, con oltre il 60 per cento di contrari. 

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