07 dicembre 2016

Tre nuovi tesori per Santa Maria del Fiore, con un “Apostolo” di Arnolfo di Cambio che torna, più o meno, all’originale postazione trecentesca

 

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Tre acquisizioni eccezioni, recuperate dal mercato antiquario, per fare ancora più luce sulla storia della Cattedrale di Firenze: tre sculture trecentesche, appartenute alla fase iniziale di Santa Maria del Fiore: un Apostolo di Arnolfo di Cambio, proveniente dall’antica facciata, e due angeli reggidrappo di Tino da Camaino che facevano parte della tomba del Vescovo Antonio d’Orso. 
Apparse sul mercato durante l’ultima Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, presentate dalla Galleria Mehringer Benappi di Torino, l’Opera di Santa Maria del Fiore le ha acquistate dopo un’attenta valutazione e ora, l’Apostolo in marmo di Arnolfo, sarà di nuovo collocato sul modello a grandezza naturale dell’antica facciata del Duomo, nella sala del Paradiso, nella posizione per cui originariamente era stato realizzato. 
Rimossa nel 1587, quando l’antica facciata del Duomo di Firenze fu distrutta per volere dei Medici, passando nell’Ottocento dai depositi dell’Opera di Santa Maria del Fiore nelle collezioni dei marchesi Torrigiani, il ritorno dell’antica statua è un fatto assolutamente importante, specialmente perché quasi tutti gli altri elementi del gruppo della Dormitio Virginis, di cui il pezzo faceva parte, esposti al Museo dell’Opera del Duomo sono copie, come afferma il direttore del Museo Timothy Verdon.
I due angeli reggidrappo saranno invece ricollocati nella “sala delle Navate” del Museo. Una nuova fetta di storia, stavolta autentica, ad un tesoro in piena espansione, anche a livello mediatico. 

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