09 dicembre 2016

Kendell Geers a Kader Attia: “Sentiti lusingato, non è plagio”. Ma l’artista franco-algerino continua il j’accuse contro le holding che producono cultura

 

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“Se fossi in te lo prenderei come un complimento enorme. Si dice che l’imitazione è la più sincera forma di adulazione. Il plagio non è furto e nel contesto di Dosseh e Nekfeu, sarei lusingato. Oggi possiamo anche chiamarla arte del reblogging, retweeting o addirittura arte della condivisione”. Lo scrive Kendell Geers a Kader Attia, scatenando un battibecco sul caso che qualche giorno fa ha visto l’artista franco-algerino depositare una denuncia nei confronti del rapper Dosseh, accusato di aver plagiato Ghost (sopra), l’opera delle 102 sculture inginocchiate che Attia ha realizzato nel 2007.
Attia, però, ha a sua volta risposto: “Non ha nulla contro il Dosseh e Nekfeu, so che la responsabilità è della Universal Music, e in quanto major discografica sa perfettamente come difendere il copyright quando si combatte contro il download illegale. Ogni artista, musicista, visivo, o qualsiasi altra cosa, deve combattere per l’integrità e il rispetto del proprio lavoro”. 
Attia ha continuato insistendo che la causa non è contro il duo, ma contro la Universal Music France: “Non voglio commentare ulteriormente. Gli artisti dovrebbero alzarsi in piedi insieme e presentare un fronte unito alle grandi aziende che plagiare il loro lavoro”, riporta The Art Newspaper. Coma andrà a finire?

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