16 dicembre 2016

Anish Kapoor al MACRO, per continuare la tradizione del sangue e della carne nell’arte. In una mostra quasi interamente costruita per l’occasione

 

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Ci sono pochi “Specchi”, le superfici magiche e concave, in cui Anish Kapoor fa perdere la percezione allo spettatore; c’è Internal Objects in Three Parts, il trittico (2013-15) in silicone dipinto e cera, esposto già al Rijksmuseum di Amsterdam tra i Rembrandt, e ci sono invece una trentina di nuove installazioni e sculture. 
Dopo 10 anni di assenza da un museo italiano Kapoor, Maestro anglo-indiano, per questa mostra al MACRO – a cura di Mario Codognato – non si è risparmiato e ci regala una visione, come recita il comunicato, di una serie di “immagini viscerali, brutali e sensuali al contempo, continuano in chiave contemporanea l’inesauribile tradizione della rappresentazione letterale e metaforica della carne e del sangue nella pittura di ogni tempo e latitudine”. 
Un artista classico insomma, che però si è rimesso in gioco in una mostra che appare subito come importante, e finanziata interamente dal museo, tenendo fuori le gallerie per concedere all’artista, appunto, ancora più libertà. In un percorso che trova il suo compimento massimo nella sala Ex Enel, tornata completamente libera da ogni divisorio, e dove Kapoor dialoga in maniera eccellente con lo spazio. Ve la racconteremo approfonditamente, ma intanto potete godervi le immagini sulla nostra pagina facebook. 

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