19 dicembre 2016

Look at me, Milano! All’Unicredit Pavilion una breve storia del ritratto nella fotografia, tra reportage, messa in scena, individuo e folla

 

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Un bel regalo di Natale alla città di Milano la mostra che Unicredit apre domani nel suo Pavilion di piazza Gae Aulenti. Il titolo? “Look at me!”, e in scena ci sono 170 immagini, come recita il sottotitolo “da Nadar a Gursky”, passando per – aggiungiamo noi – Diane Arbus e Nino Migliori, Fatma Bucak e Wolfgang Tillmans, Franco Fontana e Weegee, Claudio Abate e Arnulf Rainer, Cartier-Bresson e Berengo Gardin, Thomas Ruff e Thomas Struth.
Suddivisa in tre linee guida – “il volto della società” e “L’individuo e la massa” al piano terra, “L’artista come modello” e “Hall of Fame” sulla passerella dell’arte, e “Il ritratto del corpo” e “La messa in scena” al terzo piano – la mostra è stata costruita mixando, per la prima volta, le collezioni Unicredit di Italia, Germania e Austria, con sotto la curatela di Walter Guadagnini. Anche in questa esposizione l’interesse è rivolto nell’andare più a fondo tra le persone e l’arte: non solo una carrellata di volti dall’800 a oggi, «ma un excursus nel rapporto tra individui e società che sta intorno: il cambiamento di natura della fotografia è lo specchio della mutazione della società, e si passa dalla chiarezza dei “ruoli” sociali degli inizi alla difficoltà di leggere il mondo oggi», specifica il curatore.
Per i più interessati al resoconto delle “celebrities” consigliamo la “Walk of Fame” che vi svelerà Madonna e Hithcock, ma anche Monica Vitti e Andy Warhol, Burri raccontato da Aurelio Amendola nella celebre fotografia della fiammata, mentre per gli appassionati di “icone”, a chiudere questa bella mostra (in uno spazio che resta difficilissimo e quanto più lontano ci sia dal “white cube” che è il Pavilion) dieci magnifici ritratti di Diane Arbus, immortali e unici. Come la buona fotografia.

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